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Sicurezza lavoro, serve un cambiamento culturale per l'obiettivo zero incidenti

Intervista a Giovanni Lo Presti Presidente della Sezione Carta e Grafica di Confindustria Trento

Economia, Sostenibilità, Welfare
Sicurezza lavoro, serve un cambiamento culturale per l'obiettivo zero incidenti
(Teleborsa) - La cultura della sicurezza in azienda è un valore in sé ed un importante fattore di competitività per le imprese "virtuose" e "sostenibili". Le esperienze nel settore della carta hanno evidenziato l'efficacia di un modello che tralasci gli obblighi normativi per concentrarsi su un profilo comportamentale con l'obiettivo di raggiungere un target infortuni "zero". E' quanto affermato da Giovanni Lo Presti, Presidente della sezione Confindustria Trento che rappresenta l'industria cartaria, nell'annunciare il seminario "Leadership in safety. Nuove frontiere per la sicurezza in azienda".

Ingegner Lo Presti mercoledì 31 si terrà un seminario sul tema della sicurezza in azienda quale sarà l'approccio e come è stato organizzato l'evento?


"L'approccio sarà estremamente interattivo, perché lo scopo è quello di coinvolgere tutti i partecipanti in una visione diversa del tema sicurezza nelle imprese", ha affermato il manager, rivolgendosi a tutti i soggetti coinvolti (sindacati, autorità ecc.).

"Io mi faccio testimone di un'esperienza estremamente positiva che ho vissuto adottando l'approccio al tema salute e sicurezza sul lavoro che mi è stato trasferito dalla Fondazione LHS", ha affermato Lo Presti, aggiungendo "devo dire che in 21 anni che sono in Cartiere del Garda questo è uno dei fronti in cui più mi sono impegnato e cui ho dedicato più risorse"

Proponendosi quale "convinto sostenitore" dei programmi sulla sicurezza ha poi sottolineato che "i risultati in generale sono positivi se confrontati con quelli medi del settore, perché siamo abbondantemente al di sotto, siamo ad un terzo del valore che rappresenta il nostro comparto industriale".

"Ma questo non è sufficiente perché per me l'unico obiettivo possibile è quello di arrivare a infortuni zero ed è un traguardo possibile" ha affermato, precisando che "questo obiettivo passa necessariamente dall’agire sul comportamento delle persone" con tecniche particolari, una delle più famose è la BBS - Behavior Based Safety oltre all'approccio che ha dato sul tema la Fomdazione LHS costituita da Saipem.

Quindi c'è un forte interesse delle imprese del territorio sul tema della sicurezza?

"Assolutamente sì, ormai tutte le imprese hanno compreso che per essere sostenibili il tema della sicurezza è un tema prioritario", ha detto il Presidente di Confindustria Trento, aggiungendo che "oggi se un gruppo internazionale vuole fare un'analisi per eventuali fusioni la prima cosa che chiede è il livello di infortuni".

Il tema sicurezza "quindi è diventato nelle imprese un elemento fondamentale per la propria eccellenza" perché "non puoi essere eccellente in quello che fai se per prima cosa non ti prendi cura della risorsa più importante che hai, che sono sicuramente le persone.

"Soltanto tre decenni fa l'approccio non era quello che viviamo oggi, la sicurezza era la vista in modo oppressivo invasivo, era considerato quasi normale o, comunque, inevitabile registrare un certo numero di infortuni, di cui alcuni purtroppo anche mortali, era quasi un motivo di merito per alcune imprese avere all'interno degli operai che per dimostrare il loro valore ed il loro attaccamento all'impresa avevano subito delle lesioni personali", ha spiegato il manager, affermando che "questo è totalmente cambiato e, soprattutto nell'ultimo decennio, si è visto un cambiamento radicale. Oggi la sicurezza è un elemento basilare per valutare la propria sostenibilità e la propria eccellenza".

Quali sono i benefici di un piano credibile di sicurezza per le imprese anche in relazione ai costi?

"Non si tratta più di una semplice valutazione di mera convenienza economica", ha ribadito Lo Presti, spiegando che "si tratta di un principio di assoluta necessità" e che "non è un qualcosa che è possibile barattare a livello economico e mettere in discussione con delle cifre a fianco".

"L’importante è l'approccio", ha dichiarato, ricordando che oggi "le imprese sono vincolate al rispetto di norme sempre più stringenti, sempre più dettagliate, che ha previsto il legislatore", ma "questo non è sufficiente".

Bisogna invece "lavorare sul comportamento delle persone ed è questo lo sforzo che le imprese devono riuscire a compiere, con una metodologia che sia la più efficace possibile". Metodologie che passano per il "coinvolgimento responsabile delle persone", dei lavoratori, e per un "cambiamento culturale" che deve avvenire nelle aziende

Pur riconoscendo che "il legislatore ha fatto in questi decenni un lavoro eccezionale", Lo Presti ha messo l'accento sul problema delle responsabilità, che storicamente sono sempre a carico dell'azienda a prescindere dall'attenzione riservata al tema della sicurezza, e sull'eccesso di tutela da parte del legislatore. "Questo è un frutto di una visione antica dell'impresa, come sfruttatrice di risorse umane e noncurante della della loro integrità e della loro salute", ha aggiunto.

"L'obiettivo della salute non può essere visto come un obiettivo di parte", ha concluso, affermando che deve essere un obiettivo comune a tutte le entità coinvolte e che solo con una condivisione di questi principi riusciremo a fare ulteriore salto di qualità per rendere veramente le imprese ancora più determinate sul campo ed i risultati decisamente migliori in termini di numero, frequenza e gravità".




(Foto: © Jozef Polc/123RF)
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