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Gli italiani spendono 19 miliardi l'anno in attività illegali

Il valore aggiunto di queste attività fuorilegge è aumentato negli ultimi 4 anni di oltre 4 punti percentuali

Economia
Gli italiani spendono 19 miliardi l'anno in attività illegali
(Teleborsa) - A quanto ammonta la spesa degli italiani in attività illegali? A 19 miliardi di euro l'anno, secondo l'Ufficio studi della CGIA, specificando che 14,3 miliardi sono per l’uso di sostanze stupefacenti, 4 miliardi per i servizi di prostituzione e 600 milioni di euro per il contrabbando di sigarette.

Un’economia, quella ascrivibile alle attività illegali, che non conosce crisi: l’ultimo dato disponibile (2015) ci segnala che il valore aggiunto di queste attività fuorilegge (17,1 miliardi di euro) è aumentato negli ultimi 4 anni di oltre 4 punti percentuali.

“Lungi dall'esprimere alcun giudizio etico – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – è comunque deplorevole che gli italiani spendano per beni e servizi illegali più di un punto di PIL all'anno. L’ingente giro d’affari che questa economia produce, costringe tutta la comunità a farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato. Senza contare che il degrado urbano, l’insicurezza, il disagio sociale e i problemi di ordine pubblico provocati da queste attività hanno effetti molto negativi sulla qualità della vita dei cittadini e degli operatori economici che vivono e operano nelle zone interessate dalla presenza di queste manifestazioni criminali”.

Va altresì ricordato che dal settembre del 2014 il valore aggiunto “prodotto” dalle attività illecite è stato addirittura inserito nel calcolo del PIL in molti paesi europei, tra cui l’Italia.

A livello regionale la Lombardia (253,5), la Liguria (185,3) e la Campania (167) sono le realtà che nel 2016 hanno fatto pervenire il più elevato numero di segnalazioni (ogni 100 mila abitanti).

Su base provinciale, infine, le situazioni più a rischio (oltre 200 segnalazioni ogni 100.000 abitanti) si registrano nelle province di confine di Como, Varese, Imperia e Verbano-Cusio-Ossola. Altrettanto critica la situazione a Rimini, Milano, Napoli e Prato. Più sotto (range tra 170 e 199 segnalazioni ogni 100 mila abitanti) scorgiamo le province di Treviso, Vicenza, Verona, Bergamo, Brescia, Novara, Genova, Parma, Firenze, Macerata, Roma, Caserta e Crotone.
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