(Teleborsa) - Le criptovalute recuperano il terreno perso nei giorni precedenti, sulle perdite innescate dai timori degli investitori circa la possibilità di una
stretta regolatoria, non solo dalla Cina, su un asset che nell'ultimo anno ha visto il proprio valore impennarsi.
Il
Bitcoin che è arrivato a
bucare al ribasso la soglia dei 10 mila dollari, scambia sulla piattaforma
Coindesk a 10.862,15 dollari. Quanto alle altre criptovalute,
Ethereum sale a 967,76 dollari dopo essere
scesa la vigilia sotto i 900 dollari. In recupero anche
Litecoin a 192,51 dollari e
Ripple a 1,45 dollari (dopo essere precipitato fin sotto quota 1 dollaro).
Il numero due della
Banca Centrale cinese ha dichiarato guerra alla moneta virtuale ed agli scambi non regolamentati. In
Corea del Sud (dove avviene circa un quinto di tutte le transazioni mondiali sul Bitcoin)
Choi Jong-ku, capo dell'Authority sui mercati finanziari, ha spiegato che il governo sta considerando la chiusura di tutte le piattaforme locali di scambi virtuali, che hanno violato la legge.
Per il
governatore della Federal Reserve di Dallas, Robert Kaplan, la banca centrale americana deve "monitorarle", "capirle e adattarsi".
Di diverso avviso è la
BCE che con il
vicepresidente dell'Eurotower, Vitor Constancio si unisce al coro dei critici, affermando che questi prodotti non sono in grado di garantire le funzioni classiche di una moneta
. Le criptovalute "non sono monete" - ha detto Constancio - definendole uno
strumento speculativo. "Infatti - ha aggiunto - il loro uso come mezzo di pagamento è molto limitato, usato nell'economia sommersa o in Paesi dove le istituzioni sono collassate e i sistemi monetari non funzionano, dove vengono usate come uno strumento di pagamento di ultima istanza".