(Teleborsa) - Nessuna sorpresa dal
PMI manifatturiero della Zona Euro, che si conferma robusto a inizio 2018 anche se i tassi di crescita della produzione e dei nuovi ordini sono rallentati rispetto ai
valori quasi record di fine anno.
A gennaio il PMI finale elaborato da IHS Markit è stato confermato a 59,6 punti, come nella
stima flash diffusa lo scorso 24 gennaio. Il dato,
perfettamente in linea con le attese degli analisti, risulta
in rallentamento rispetto al valore record di dicembre (60,6) e ai minimi di tre mesi, ma comunque sui livelli più alti osservati dal 1997, anno di inizio dell'indagine.
Fra le maggiori economie europee, da segnalare la
revisione al rialzo del PMI della Francia (a 58,4 dal 58,1 della stima flash) e la
revisione al ribasso di quello della Germania (a 61,1 da 61,2). Il
PMI manifatturiero dell'Italia,
pari a 59, sosta sui massimi di 83 mesi, quello della
Grecia (55,2) è al top di 123 mesi mentre quello dei
Paesi Bassi (62,5) viaggia su livelli record.
Chris Williamson, Chief Business Economist presso
IHS Markit ha dichiarato: "
L’espansione del settore manifatturiero dell’Eurozona continua ad essere a gennaio in pieno svolgimento, la produzione è crescita ad uno dei tassi più veloci registrati durante i venti anni di storia dell’indagine, così come l’ennesimo incremento quasi record dei nuovi ordini. Allo stesso tempo
i livelli occupazionali hanno mostrato una delle crescite maggiori registrate durante l’indagine, in quanto le aziende hanno incrementato la capacità in linea con la crescente domanda".
Secondo Williamson "Alla salita dei prezzi combinata all’ennesimo spostamento verso il mercato del venditore per parecchi beni e seguito un forte incremento mensile dei prezzi del petrolio che conseguentemente ha provocato un altro intensificarsi della pressione sui costi. Il passaggio dei maggiori costi ai clienti finali rappresenta un segnale di
pericolo circa un potenziale aumento dell’inflazione futura dei prezzi al consumo".