(Teleborsa) - Con il
confronto sulla Manovra che entra nel vivo si cammina su un
terreno minato. E
il Presidente del Consiglio
Draghi lo sa. L'obiettivo è superare gli
ostacoli in tempo utile per evitare di incappare nell
’esercizio provvisorio.Riflettori, dunque, puntati a
Palazzo Chigi e Palazzo Madama per una partita doppia ma strettamente connessa destinata ad avere conseguenze sulle modifiche alla legge di Bilancio che usciranno dal (difficile ) percorso di conversione del ddl, sul quale incombono le tante
fibrillazioni della larga maggioranza che sostiene l'esecutivo.
Spetterà - come sempre - al Premier tenerle a bada, facendo da mediatore e "mettendo in salvo", in particolare, l'intesa raggiunta su come destinare il tesoretto di
8 miliardi per il
taglio delle tasse. Da blindare anche
Reddito di Cittadinanza e Superbonus che dovranno certamente resistere a più di qualche tentativo di assalto.
Al via una serie di faccia a faccia tra
Draghi e le singole forze politiche: si parte oggi lunedì
29 novembre con i Cinque Stelle; domani tocca a Lega, FI e Pd; mercoledì parola al gruppo Autonomie, CI, Iv, e Leu. Oggi, intanto, il ministro dell’Economia Franco incontra i sindacati al Mef sulla
riforma fiscale.Calendario alla mano, c'è poi un'altra
data da segnare in rosso: entro le 17 di oggi scade il termine per presentare gli emendamenti in commissione Bilancio del Senato. A disposizione
600 milioni per finanziare le modifiche introdotte da entrambi i rami del parlamento. Attesa una vera e propria ondata di proposte di
modifica.