(Teleborsa) - Il
mercato dei chip si trova davanti ad una
scarsità a livello globale, che è stata acuita da un
imprevisto boom della domanda a fine 2020, dopo che la pandemia ed i conseguenti lockdown avevano portato ad un ridimensionamento dei programmi di investimento. Cosa sta accadendo e cosa comporterà questa carenza?
C'è da dire che i semiconduttori sono un
elemento fondamentale dell'attuale società "digitale", perché vengono impiegati dagli smartphone alla produzione di auto ed aerei, perfino nella produzione di energie rinnovabili, in ogni settore ed applicazione tecnologica. Una carenza di chip
potrebbe seriamente compromettere la ripresa dell'economia globale e perfino
mettere a repentaglio i programmi europei per la digitalizzazione ed il green.
La pandemia ed i colli di bottiglia L'emergenza sanitaria mondiale e la chiusura di impianti causata dalla
pandemia di Covid-19 hanno portato ad un
drastico ridimensionamento della produzione di chip e ad un taglio degli ordini di materie prime a buona conduttività elettrica, necessarie per la produzione di semiconduttori.
Questa improvvisa riduzione degli investimenti ha quindi creato dei
colli di bottiglia che ora è difficile superare, davanti ad una domanda che è cresciuta improvvisamente a fine 2020, per effetto della maggiore produzione di
dispositivi informatici (PC. tablet, consolle ecc.) e della crescente domanda del settore
automotive, trovatosi improvvisamente davanti a prolungati periodi di consegna.
Va considerato che oggi l'elettronica rappresenta circa il 40% del valore di un veicolo, secondo una ricerca di Deloitte, e quindi senza chip le catene di produzione di auto rischiano di fermarsi. Lo stesso avviene per gli aerei, dove la componente elettronica è cruciale. E che dire delle aspirazioni di sviluppo della digitalizzazione e del 5G?
C'è carenza di materie primeQueste scelte miopi hanno avuto
ripercussioni anche sui mercati delle materie prime, in primis sul silicio, largamente impiegato per la prodizione di chip, ma anche sullo stagno, un materiale a buona conduttività elettrica.
Le quotazioni delle materie prime sono volate, a causa di una
domanda inusualmente elevata, che si fatica ad evadere. Tanto che la Cina sta già correndo ai ripari per accumulare scorte necessarie ad evadere la domanda.
Biden corre ai ripariAnche il Presidente americano
Joe Biden è consapevole che questo limite potrebbe impedire agli USA di riproporsi come locomotiva della crescita mondiale, specie ora che la
Cina sta portando avanti la sua grande aspirazione di
raggiungere l'autosufficienza tecnologica.
Secondo quanto riferito da alcune fonti alla CNBC, la Casa Bianca starebbe anche
studiando degli "stress test" sulla catena di approvvigionamento di semiconduttori, con l'obiettivo di sollecitare le aziende a fare scorta e accumulare determinati materiali o elementi critici.
Così, nel maxi piano da 2.000 miliardi annunciato dalla Casa Bianca, c'è anche un
cospicui investimento di 50 miliardi per espandere la produzione di semiconduttori.
Cosa si attende all'orizzonte? La
carenza globale di semiconduttori
potrebbe estendersi fino al 2022, secondo quanto riferito a Reuters dall'analista Romeo Alvarez di William O'Neil and Company, ponendo problemi di sicurezza sia per gli USA che per l'UE. Gli ampi investimenti per risolvere il problema di questa carenza aggiunge - rendono il settore piuttosto attraente per gli investitori.
I riflessi sulla finanza sono evidenti:
il
Philadelphia Semiconductor Index continua a crescere dopo aver guadagnato il 107% nel 2020, grazie alle performance brillanti delle società che producono semiconduttori. Fra queste,
Applied Materials (+64% da inizio anno),
Intel (+29%),
KLA-Tencor (+34%) e
ASML Holding (+30%). Meno brillante
Advanced Micro Devices che aveva corso di più in precedenza (il titolo ha guadagnato oltre il 700% in tre anni).