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L'Italia vedrà una crescita ancora modesta nel 1° trimestre 2016

Economia
L'Italia vedrà una crescita ancora modesta nel 1° trimestre 2016
(Teleborsa) - La crescita dell'economia italiana continua a perdere colpi. Lo rivela l'ultima nota dell'Istat, che preannuncia una crescita ancora moderata nel primo trimestre 2016.

Secondo la stima formulata dall'Istituto di Via Cesare Balbo, il PIL dovrebbe crescere di uno 0,1% nel primo trimestre 2016, ma l'intervallo di confidenza va da un -0,1% ad un +0,3%. Una conferma della "tendenza registrata nel corso dell’anno - rileva l'Istat -
ad un progressivo rallentamento della crescita congiunturale", in linea con quanto rilevato nel 4° trimestre dello scorso anno rispetto ai tassi di espansione più brillanti dei trimestri precedenti.

Protagonisti della crescita sono soprattutto i servizi e le costruzioni, mentre resta al palo l'industria. Come nei trimestri precedenti, sia i consumi finali nazionali sia gli investimenti fissi sono aumentati in maniera significativa (+0,3% e +0,8%), mentre i volumi di importazioni ed esportazioni sono cresciuti rispettivamente dell’1% e dell’1,3%.

Nel complesso sia la domanda nazionale al netto delle scorte sia quella estera netta hanno contribuito positivamente alla crescita del PIL (rispettivamente 0,4 e 0,1 punti percentuali) mentre la variazione delle scorte ha apportato un contributo negativo (-0,4 punti percentuali). In questo scenario, la crescita acquisita per il 2016 è pari allo 0,4%.

Quanto alla situazione delle famiglie, i consumi finali nazionali sono aumentati dello 0,3%, in lieve rallentamento rispetto a quanto stimato per il periodo precedente (+0,4%), contribuendo per 3 decimi di punto percentuale all'espansione del PIL.
A gennaio, l’occupazione è tornata a crescere di 3 decimi di punto (+70 mila occupati), dopo il calo registrato a dicembre (-0,2%).
L’incremento registrato si deve interamente ai dipendenti (+0,4%), in particolare a quelli a tempo indeterminato (+0,7%, pari a +99 mila individui), a fronte di un calo dei dipendenti a termine (-1,2%, -28 mila occupati).
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