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Meno assegni e cambiali rispedite al mittente nel 2015

Tra gennaio e dicembre dello scorso anno gli italiani hanno visto 1,3 miliardi di euro in assegni e cambiali rinviate al mittente, valore inferiore di quasi il 25% rispetto a quello del 2014

Economia
Meno assegni e cambiali rispedite al mittente nel 2015
(Teleborsa) - Protesti in fortissimo calo nel 2015. Tra gennaio e dicembre dello scorso anno gli italiani hanno visto 1,3 miliardi di euro in assegni e cambiali rinviate al mittente, valore inferiore di quasi il 25% rispetto a quello del 2014 ed esattamente della metà rispetto al 2013 (-21% per gli assegni e -18% per le cambiali).

Il 56% riguarda le società, mentre il restante 44% è rimasto nelle tasche di cittadini e imprenditori individuali insolventi, ma con una riduzione ancora più forte del valore medio, del 26% per gli assegni e del 25% per le cambiali.

L’ulteriore frenata dei “pagherò” scoperti, spiega Unioncamere, sembra riflettere la persistente prudenza degli italiani nell'accettare impegni di pagamento, in un quadro di debolezza degli scambi che risente ancora degli effetti della lunga crisi.

La concentrazione maggiore di protesti per imprese sul territorio vede “primeggiare” le regioni meridionali. Al primo posto la Calabria, dove si registrano 18,1 protesti a carico di società ogni 100 imprese registrate nel territorio, seguita da Puglia (13,9) Campania (12,9) e Abruzzo (12,8). In coda a questa speciale classifica, con la sola esclusione della Lombardia, si collocano tutte le regioni dell’arco Alpino: dal Trentino - Alto Adige (dove si registrano 1,9 assegni e cambiali non pagate dalle società ogni 100 imprese della regione), alla Valle d’Aosta (2,7), al Veneto e Friuli – Venezia Giulia (entrambe con 3,3), per chiudere con Liguria (3,4) e Piemonte (3,7).
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