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Petrolio scende ai minimi da gennaio per prospettive recessione

Finanza
Petrolio scende ai minimi da gennaio per prospettive recessione
(Teleborsa) - I prezzi del petrolio scendono ai minimi da gennaio, con il WTI che buca la soglia psicologica degli 80 dollari, con l'intensificarsi delle prospettive di recessione sui due lati dell'Oceano. I benchmark del greggio mettono anche a segno la quarta settimana consecutiva in ribasso, influenzati dalle decisioni delle banche centrali di tutto il mondo, sempre più disposte a tollerare un rallentamento economico per riportare l'inflazione su livelli accettabili.

Alle 17.05 (ora italiana), i future sul greggio Brent di novembre hanno raggiunto gli 85,98 dollari al barile, in diminuzione di 4,48 dollari o del 4,95%. I future sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di novembre scambiano in calo di 4,81 dollari, o del 5,76%, a 78,68 dollari al barile.

Ad influire sulle attese di recessione è stato soprattutto l'atteggiamento hawkish della FED, che questa settimana ha deciso di aumentare il livello dei tassi d'interesse di 75 punti base, fino al livello compreso tra il 3% e il 3,25%. "Nel corso dell’ultima riunione del FOMC Powell ha sottolineato come il percorso verso la stabilità dei prezzi implichi un periodo prolungato di crescita inferiore al trend e un aumento del tasso di disoccupazione - ha fatto notare Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel - Il FOMC sembra aspettarsi che l'inflazione venga "schiacciata" da una recessione".

Un altro fattore che spinge il greggio al ribasso è la forza del dollaro, che rende meno convenienti gli acquisti di materie prime. L'US dollar index, un indice del valore del dollaro statunitense in relazione a un paniere di valute straniere, è salito ai massimi degli ultimi 20 anni nella giornata odierna.

Se il greggio dovesse diminuire ulteriormente, l'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) potrebbe essere costretta a tagliare la produzione, ha affermato il ministro del petrolio nigeriano Timipre Sylva. La versione allargata del cartello (ovvero la cosiddetta OPEC+) all'inizio di questo mese ha concordato la prima riduzione dell'offerta in più di un anno.

(Foto: drpepperscott230 / Pixabay)
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