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Super energia da Super Bug

Storie di scienziati, batteri ed energia nel XXI secolo

Economia, Finanza, Scienza e tecnologia
Super energia da Super Bug
(Teleborsa) - Se questa notizia non giungesse dalla Harvard Medical School di Boston potrebbe essere facilmente derubricata a "bufala", invece le sue fondamenta scientifiche, frutto di un importante lavoro del dott. David Nocera, sono estremamente solide.

Alla guida di un gruppo di biologi, lo scienziato statunitense, ha preso un comune batterio, il Ralstonia eutropha, un Gram-negativo della classe Betaproteobacteria a cui appartengono alcuni microbi molto famigerati come il Vibrio cholerae, lo ha "taroccato", ovvero modificato geneticamente, e gli ha dato delle proprietà che, se non fossimo nel XXI secolo, avremmo pensato essere partorite dalla mente di Mago Merlino.

Questi comuni microbi del suolo, il cui genoma è stato sequenziato da tempo, sono relativamente innocui e particolarmeDavid Nocerante "facili" da modificare cosicché il dott. Nocera, gli ha conferito la capacità di convertire la luce solare in carburante in maniera dieci volte più efficiente di qualsiasi impianto. "In questo momento stiamo producendo isopropanolo, isobutanolo, isopentanolo", ha spiegato nel corso di una conferenza al Politic Energy Institute di Chicago."Tutti questi alcoli possono essere bruciati direttamente. E provengono solo da idrogeno, ottenuto dall'acqua, e CO2 atmosferica".

Insomma, il Ralstonia eutropha consuma idrogeno e CO2, li converte in adenosina trifosfato (ATP), molecola presente in tutti gli organismi viventi e per i quali rappresenta la principale forma di accumulo di energia. Tramite i geni introdotti dalla modifica genetica, l'ATP è trasformato e rilasciato come alcool che può essere raccolto ed immagazzinato.

Nocera ha dato un nome anidride carbonicacurioso a questo nuovo batterio, lo ha chiamato Super Bug. Quello che è più interessante è che Super Bug utilizza il CO2 atmosferico per funzionare: 1 litro di microbi OMG riescono ad trattare 500 litri di CO2 al giorno e per ogni chilowattora di energia prodotta si rimuovono 237 litri di CO2 dall'aria. Non è questa un'attività ad emissione zero, perché una gran parte dell'anidride carbonica assorbita viene reimmessa con la combustione dell'alcol prodotto, mentre l'idrogeno necessario al processo viene ottenuto dalla foglia artificiale. Cos'è la foglia artificiale? Beh, questa è un'altra storia…
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