(Teleborsa) - L'Italiano resta tendenzialmente una formica, ma preferisce ancora tenere i propri soldi sotto il mattone, guardando all'investimento come qualcosa di rischioso. Una inclinazione che discende anche da un naturale scetticismo riguardo la tutela offerta da leggi e controlli, laddove la normativa sul bail-in non ha rassicurato, semmai ha amplificato questa percezione.
IL RISPARMIO
La
propensione al risparmio in Italia resta
sempre elevata all'88%, anche se con un
leggero ridimensionamento rispetto al 2015 quando era al 90%. Lo rivela il sondaggio condotto da
ACRI ed
Ipsos su "Gli Italiani e il Risparmio", presentato oggi in anteprima dal Presidente dell'Ipsos Nando Pagnoncelli, nell'ambito della 92^ Giornata mondiale del Risparmio.
Cambia la composizione del risparmio: coloro che non si sentono tranquilli se non riescono a risparmiare si riducono a 37%, coloro che ritengono sia bene fare dei risparmi senza troppe rinunce sono ora la maggioranza assoluta (51%), mentre
crescono coloro che non amano fare la "formica" e preferiscono godersi la vita senza pensare a risparmiare (11%).
Quanti riescono a risparmiare? Per il quarto anno consecutivo cresce di 3 punti percentuali la
quota di italiani che affermano di essere riusciti a risparmiare negli ultimi dodici mesi, passando dal 37% del 2015
al 40%, il dato più alto dal 2003. Chi consuma tutto il reddito scende al 34% dal 41%, ma tornano ad aumentare le famiglie in saldo negativo di risparmio, al 25% dal 22%.
Cosa vuol dire risparmiare? Per il 63% degli italiani si tratta essenzialmente di
tagliare gli sprechi e le spese superflue e solo per il 10% vuol dire guadagnare più di quanto si riesce a spendere.
GLI INVESTIMENTINonostante l'italiano sia un individuo piuttosto risparmioso,
c'è ancora molta cautela sugli investimenti e resta una forte
preferenza per la liquidità, che riguarda 2 italiani su 3. Secondo il sondaggio, chi investe lo fa solo con una parte minoritaria dei propri risparmi e sono in molti a ritenere che
l'investimento ideale non esista più (ne è convinto appena 1 italiano su 3). Certamente la maggior parte dei risparmiatori cerca porti sicuri, come gli immobili (il 30%) e investimenti finanziari reputati più sicuri (il 30%) e
solo l'8% predilige gli strumenti finanziari più rischiosi.
Quello che si delinea è quindi il ritratto di un risparmiatore che rifugge dal rischio, che discende dalla
percezione che gli italiani hanno della tutela al risparmiatore: il sondaggio mostra che
il 74% italiani si sente poco tutelato (parla di norme e controlli non efficaci). Inoltre, c'è sempre meno fiducia che la tutela del risparmiatore aumenti nei prossimi 5 anni (il 67% ritiene che il risparmiatore sarà meno tutelato).
LA REGOLAMENTAZIONE DELLE BANCHE Secondo il vicepresidente dell'ACRI per il comparto Banche,
Giuseppe Ghisolfi, presidente di una piccola e solida banca, la Cassa di Risparmio di Fossano,
la normativa europea del bail-in, ponendo a carico degli investitori-risparmiatori e correntisti il fallimento di una banca, ha
toccato molto da vicino il risparmiatore ed ha fatto crescere il suo livello di
preoccupazione.
Sul tema banche è intervenuto anche il Presidente dell'Ipsos,
Nando Pagnoncelli, affermando che c'è stato un radicale cambiamento nelle aspettative e che oggi
si mette al primo posto la solidità delle banche, laddove un tempo questo indicatore era in fondo alla classifica.