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Amazon, Calenda boccia i braccialetti della discordia: "Mai in Italia"

"Gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria", ha detto il ministro al termine dell'incontro con il colosso dell'e-commerce

Economia
Amazon, Calenda boccia i braccialetti della discordia: "Mai in Italia"
(Teleborsa) - Non si placano le polemiche sul braccialetto elettronico per i dipendenti (da molti già ribattezzato braccialetto-spia) in grado di monitorare i movimenti dei lavoratori che ha fatto finire Amazon al centro di una vera e propria bufera mediatica senza precedenti.



Dopo le durissime sollevazioni sindacali e di vari esponenti politici che avevano alzato gli scudi, sono arrivate anche le parole di Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, al termine dell’incontro con il colosso dell'e-commerce, che ha chiarito la posizione dell'Italia al termine dell'incontro con il colosse dell'e-commerce.


MAI IN ITALIA - "Ad Amazon ho spiegato che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria e sono bellissimi. Gli ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella che non è in uso ma è stata brevettata, in Italia non ci sarà mai".


Con Amazon, ha poi aggiunto, ''abbiamo fatto un punto sui nuovi investimenti, di cui siamo contenti a patto che la cura principale sia quella della qualità del lavoro e del personale. Su questo loro hanno dato un impegno e credo che anche l'incontro con Poletti per far ripartire il dialogo con i sindacati sia importante''.

DIFESA AL JOBC ACT - In serata, poi, è arrivata anche una nota rilasciata dal ministero del Lavoro, "con riferimento ad alcune affermazioni, riportate dalle agenzie di stampa, secondo le quali il Jobs Act avrebbe autorizzato l’utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori", precisa "che queste affermazioni non rispondono alla verità dei fatti".

"Il Jobs Act - spiega ancora il ministero - ha adeguato la normativa contenuta nello Statuto dei lavoratori, risalente al 1970, alle innovazioni tecnologiche nel frattempo intervenute. La norma non ha dunque 'liberalizzato' i controlli, ma ha fatto chiarezza circa il concetto di 'strumenti di controllo a distanza' e i limiti di utilizzabilità dei dati raccolti attraverso questi dispositivi, in linea con le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni".
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