(Teleborsa) -
Non si ferma la contrazione dei prestiti bancari alle imprese: nell'ultimo anno (novembre 2017 su novembre 2018) gli impieghi vivi sono scesi di 4,9 miliardi di euro (-0,7%). Negli ultimi sette anni la diminuzione è stata del 27%, per una riduzione in termini assoluti di 252,8
miliardi.
Il dato emerge da
un'elaborazione dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre sui rapporti della Banca d'Italia. Nell'ultimo anno - precisa la Cgia - in alcune regioni come la Lombardia e il Piemonte i prestiti sono tornati con il segno positivo, e questo lascia presagire che il peggio probabilmente sia alle nostre spalle.
Le imprese con
meno di 20 addetti, che costituiscono il 98% circa del totale e danno lavoro a quasi il 60% degli addetti,
continuano tuttavia a ricevere dalle banche solo il 18% circa degli impieghi vivi, contro l'82% che finisce nelle casse delle realtà produttive più strutturate, circa il 2% delle imprese in Italia.
Sempre negli ultimi sette anni,
le Pmi hanno visto ridursi il flusso di denaro del 29,5% (-51,2 miliardi) e del 2,2% nell'ultimo (-2,7 miliardi). Le grandi hanno subito una riduzione del 26,5% (-201,5 miliardi) nel settennio e dello 0,4% (-2,3 miliardi) negli ultimi 12 mesi.
Le regioni più penalizzate dal
"credit crunch" sono state quelle del
Centro-Sud. In particolare, negli ultimi sette anni è stato il
Molise aregistrare la contrazione più importante, -38,3% (-735 milioni). Seguono le Marche con -36,8% (-9,4 miliardi), il Lazio con -35,8% (-39 miliardi) e la Calabria (-2,8 miliardi).
Nell'ultimo anno, invece,
la stretta più importante si è verificata in Umbria (-3,7% pari a -350 milioni), in Sicilia (-3,3%, -611 milioni) e in Toscana (-3,1%, -1,5 miliardi).
In aumento invece il Trentino Alto Adige (+7 milioni),
Basilicata (+57 milioni),
Friuli Venezia Giulia (+90 milioni),
Lombardia (+156 milioni),
Valle d'Aosta (+174 milioni) e
Piemonte (+un miliardo).