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ABI, a giugno prestiti in aumento. Tassi al minimo storico

Lo rivela l'Associazione Bancaria Italiana nel consueto rapporto mensile che vede anche una conferma della crescita dei mutui

Economia
ABI, a giugno prestiti in aumento. Tassi al minimo storico
(Teleborsa) - Aumentano i prestiti famiglie e imprese, così come continua a crescere il mercato dei mutui. E' quanto sottolinea l'ABI nel consueto rapporto mensile.

A giugno 2018 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia ammonta a 1.773,8 miliardi di euro è superiore, di oltre 37 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela pari a 1.736,4 miliardi di euro.

DINAMICA DEI PRESTITI BANCARI

Dai dati al 30 giugno 2018, emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita del 2,6% su base annua, proseguendo la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere (il tasso di crescita annuo risulta su valori positivi da 2 anni). Questo emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d'Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese.

Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a maggio 2018, si conferma la crescita del mercato dei mutui. L'ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,3% rispetto allo stesso mese del 2017.

TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI

A giugno 2018, i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela si collocano sui minimi storici: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,60%, minimo storico (2,63% il mese precedente ed addirittura 6,18% prima della crisi, a fine 2007).

Al minimo storico anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese che è risultato pari a 1,37% (1,43% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).

QUALITÀ DEL CREDITO

Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a maggio 2018 si sono attestate a 49,3 miliardi di euro; un valore in diminuzione rispetto ai 1,7 miliardi rispetto ai 50,9 miliardi del mese precedente e in forte calo, meno 37,5 miliardi, rispetto al dato di dicembre 2016. In 17 mesi si sono quindi ridotte di oltre il 43%. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di quasi 40 miliardi, cioè diminuisce di oltre il 44,5%.

DINAMICA DELLA RACCOLTA DA CLIENTELA

In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a giugno 2018, di circa 88 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +6,3% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per quasi 57,3 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -18,3%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra a giugno 2018 una variazione su base annua di +1,8%. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è cresciuta da 1.549 a 1.736,4 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto - di quasi 187,5 miliardi.


TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA


A giugno 2018 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è pari in Italia a 0,73% (0,74% il mese precedente) ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), pari a 0,40% (0,40% anche a maggio 2018); del tasso sui PCT, che si colloca a 0,75% (0,74% a maggio 2018); del rendimento delle obbligazioni, pari a 2,49% (2,53% a maggio 2018).


MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA

Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a giugno 2018 risulta pari a 187 punti base (189 punti base il mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
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