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Putin, le pretese sull’Ucraina hanno impoverito la Russia

Economia
Putin, le pretese sull’Ucraina hanno impoverito la Russia
(Teleborsa) - E’ da oltre sei mesi che l’economia russa è schiacciata sotto il peso delle sanzioni occidentali e successivamente devastata dal repentino calo dei prezzi petroliferi.

Ovviamente la scorsa estate gli Stati Uniti e i leader politici degli Stati dell’Unione non potevano sapere quanto fosse dietro l’angolo il sell off dei prezzi petroliferi, ma a ben vedere il coordinamento con gli effetti delle sanzioni appare inquietante.

I prezzi del petrolio hanno raggiunto il picco poco meno di un mese prima che le sanzioni fossero annunciate e poi applicate. A novembre, la combinazione di petrolio a prezzi da saldo e di sanzioni più severe, ha devastato l’economia russa, con penalizzazioni miliardarie sui bilanci statali e l’uscita della Russia dai grandi del mondo.

Nel mese di dicembre, un gigante del settore petrolifero come Rosneft ha dovuto ottenere un prestito sostenuto dalla Banca centrale di Russia, che è un po’ come se la Fed sostenesse con un grosso prestito la Exxon Mobil.

Recenti notizie riprese dalle agenzie di stampa, fanno notare come il presidente russo Vladimir Putin stia facendo un lavoro nettamente migliore per danneggiare l'economia ucraina, di quanto l’Occidente stia facendo per tentare di rafforzarla, ma a quale costo?

Le incursioni di Putin sull’economia in Ucraina sono costate parecchio all’economia russa che, insieme alle sanzioni e al crollo del greggio, hanno prodotto una combinazione letale tanto da provocare il collasso del rublo e l’affondamento dell’economia.

Per gestire questa pericolante situazione, la banca centrale della Russia ha cercato di puntellare il rublo alzando i tassi di interesse per poi ridurli il mese successivo. Questa delirante strategia non ha funzionato. Il rublo è vicino ai minimi storici contro il dollaro e l'economia russa è in caduta libera.

Il costo di questo pasticcio risulta più evidente se si osserva il rapido calo delle scorte russe di valute estera e di riserve auree. Un decennio di alti prezzi del petrolio e una fiorente produzione di greggio, hanno consentito a Putin di costruire un impressionante bottino di guerra, che ha raggiunto un picco nel 2008 a circa 600 miliardi di dollari. Tale somma è scesa a 364 miliardi dollari, secondo i nuovi dati diffusi dalla Banca Centrale di Russia e il paese ha bruciato quasi 100 miliardi dollari dallo scorso luglio. Al ritmo attuale le riserve valutarie della Russia potrebbe essere più vicino ai 200 miliardi di dollari entro la fine dell'anno.
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