(Teleborsa) - Il periodo di massimo splendore di
Reebok è stato dalla fine degli anni 80 all’inizio degli anni 90. Dopo di che l’azienda di britannica di abbigliamento sportivo, con sede operativa negli Usa,
ha perso il suo talismano e imboccato la strada di un inevitabile declino.
Adidas ha assunto la sponsorizzazione dell’NBA, quando ha acquistato il marchio nel 2006 e superato
Nike sui diritti per le divise dell’NFL nel 2010.
Ma nel quartier generale americano di Reebok, appena a sud di Boston,
si trova un tesoro di brevetti per scarpe gonfiabili che sono un miracolo di ingegneria che nemmeno Nike è stata in in grado di proporre allo stesso livello.
Oggi, dopo circa 26 anni dalla prima vendita della “sneaker” gonfiabile,
Reebok è pronta a far risorgere la “pompa” come fondamento della sua strategia per fermare un lungo e lento scivolamento verso l'oscurità.
La scarpa è stata svelata stamattina ed appare come la maggior parte delle scarpe da ginnastica in vendita sul mercato, ma Reebok dice che stringe intorno al piede in un modo completamente nuovo e
può essere fabbricata a costi minori rispetto a quella di fine anni 80, quella con la “original pump”.
Se si chiede a qualsiasi americano, di età compresa tra 35 e 40 circa, un parere sulla “Pump Reebok”, ci sono ottime probabilità di sentirsi rispondere: "Sono uscite 30 anni fa e ho pensato che fossero assolutamente la cosa più bella in assoluto, come le Air di Micheal Jordan.
E' stata l'unica volta nella storia che Reebok è riuscita effetti effettivamente a battere Nike.