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Istat, fiducia imprese e consumatori tirano il fiato dopo mesi di aumenti

Economia, Macroeconomia
Istat, fiducia imprese e consumatori tirano il fiato dopo mesi di aumenti
(Teleborsa) - Battuta d'arresto della fiducia delle imprese dopo otto mesi di crescita, così come si deteriora dopo quattro mesi positivi il sentiment dei consumatori. Lo rileva l'ultimo sondaggio dell'Istat, confermando però i valori della fiducia su livelli storicamente elevati, dopo gli aumenti registrati nei mesi precedenti.



Ad agosto 2021 l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende da 116,6 a 116,2 punti, così come l’indice composito del clima di fiducia delle imprese che passa da 115,9 a 114,2 punti.

Il lieve calo della fiducia dei consumatori è la sintesi di variazioni eterogenee tra le sue componenti. In particolare, la componente personale scende da 112,2 a 110,8 e quella futura da 123,5 a 122,5 mentre il clima economico aumenta da 129,6 a 132,4 e quello corrente rimane sostanzialmente stabile (da 111,9 a 112).

Anche per le imprese si stima una riduzione della fiducia in tutti i comparti oggetto di rilevazione: l’indice scende nella manifattura da 115,2 a 113,4, nelle costruzioni da 158,6 a 153,8 e nei servizi da 112,1 a 111,8) e fa eccezione il commercio al dettaglio dove l’indice è in aumento (da 111,3 a 113,9).

Nell’industria manifatturiera peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative sulla produzione. Per quanto attiene alle costruzioni, tutte le componenti dell’indice sono in peggioramento, mentre nei servizi i giudizi sugli ordini e quelli sull’andamento degli affari segnalano un netto recupero w le attese sugli ordini sono in decisa diminuzione.

Il quadro complessivo è in miglioramento nel commercio al dettaglio, dove tutte le componenti dell’indice registrano una dinamica positiva. Tuttavia, a livello di circuito distributivo, la fiducia è in aumento solo nella grande distribuzione (l’indice di fiducia aumenta da 113,2 a 118,9) mentre nella distribuzione tradizionale l’indice scende da 104,6 a 102.

Con riferimento al comparto delle costruzioni, cresce ulteriormente la quota di imprese che segnala la mancanza di manodopera (da 5,5% a 7,5%) e quella di materiali (da 5,1% a 9,0%) quali ostacoli all’attività.
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