(Teleborsa) - E' ancora incerto il futuro di
Unicredit e del suo Ceo
Jean Pierre Mustier, in vista della scadenza del mandato all'assemblea del prossimo mese di aprile. La riunione domenicale del
Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, programmata in via informale, non ha sciolto tutti i nodi della governance, tema che potrebbe essere ripreso mercoledì, in occasione della riunione del comitato nomine, ed il giorno successivo, quando è in calendario una riunione formale del CdA.
Il dibattito, ufficialmente improntato sulla stesura della
nuova lista per il rinnovo del CdA, con
Pier Carlo Padoan già cooptato per il ruolo di
Presidente, nasconde invece
scelte sostanziali e strategiche per il futuro dell'Istituto di Piazza Gae Aulenti.
La questione, in particolare, ruoterebbe attorno alla
permanenza dell'Ad alla guida dell'Istituto e sarebbe inesorabilmente collegata alle
scelte che farà Mustier su alcune tematiche chiave, come la subholding estera e l'eventuale
aggregazione con MPS. E proprio su quest'ultimo aspetto sembra che si siano intensificate le pressioni dall'esterno, in ambito politico ed istituzionale, per sollecitare un atteggiamento più morbido di Mustier, che si è sempre mostrato freddo rispetto all'ipotesi di unione con la banca senese.
Che la posizione del Ceo della banca sia in bilico è confermato anche dal
toto nomine, che è
già partito e vede fra i papabili
Matteo Del Fante, attualmente a capo di
Poste, e
Victor Massiah, ex Ceo di
UBI. Fra i nomi più quotati anche
Marco Morelli, ex di
MPS,
Fabio Gallia, ex di BNL, e l'attuale Ceo di
Banco BPM,
Giuseppe Castagna.
Certo è che questa incertezza on fa affatto bene al titolo Unicredit, che arretra vistosamente in Borsa, risultando oggi fra i peggiori nel paniere del FTSE MIB, con una perdita del 4% circa. Lo status tecnico di
Unicredit però è in rafforzamento nel breve periodo, con area di resistenza vista a 8,841 Euro, mentre il primo supporto è stimato a 8,644.