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Dichiarazioni dei redditi: professionisti "ricchi", commercianti "poveri"

Economia
Dichiarazioni dei redditi: professionisti "ricchi", commercianti "poveri"
(Teleborsa) - I commercianti risultano essere la categoria che guadagna meno tra quelle che aderiscono agli studi di settore, mentre i professionisti quelli che ottengono maggiori profitti. E' quanto emerge dai dati diffusi dal ministero dell'Economia sulla base delle statistiche relative agli Studi di Settore, alle dichiarazioni delle persone fisiche in base al reddito prevalente, alle dichiarazioni IVA e ad altri dati trasmessi dai contribuenti nel 2014, relativi al periodo d’imposta 2013.



Le attività professionali in media intascano 42.100 euro l'anno, il 2,9% in meno rispetto all'anno prima, le attività manifatturiere 29mila euro (+6,8%) ed i servizi 23.500 euro (-2,7%).
Il reddito medio dichiarato più basso è nel commercio: 17.500 euro (+2%). Corniciai, titolari di mercerie, rivenditori di auto e negozi di abbigliamento rientrano tutti tra gli incapienti, ovvero tra coloro il cui reddito di impresa è rimasto nel 2013 sotto la soglia degli 8.000 euro.

Gli imprenditori guadagnano circa 25.400 euro per le persone fisiche (-1,2% rispetto all’anno precedente), 35.500 euro per le società di persone (-1,0%) e 23.800 euro per le società di capitali ed enti (+0,8%).

I contribuenti che hanno presentato la dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2013 sono invece circa 5,3 milioni, con un lieve calo rispetto all'anno precedente (-1,4%), che riflette principalmente la mancata presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti in “regime fiscale di vantaggio”.

Sulla base delle dichiarazioni Irpef pervenute, circa un terzo degli italiani ha dichiarato al fisco un reddito inferiore ai 10mila euro.

Più di otto italiani su dieci hanno un reddito da lavoro dipendente
. I più "ricchi" sono i dipendenti delle società di capitali, con uno stipendio medio pari a 23.580 euro, secondi gli statali con 22.400 euro.

Il reddito totale dichiarato, pari a 98 miliardi, "mostra una variazione negativa (-1,8% rispetto al 2012) che riflette principalmente gli andamenti ciclici registrati nel 2013, anno in cui il PIL è calato dell'1,7% in termini reali rispetto all'anno prima", spiega il dipartimento delle finanze.



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