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Banca d'Italia, Visco: "tapering" BCE non verrà concluso prima del 2023

Economia
Banca d'Italia, Visco: "tapering" BCE non verrà concluso prima del 2023
(Teleborsa) - Per il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, se non fosse per la variante Omicron e altre possibili varianti future, ci sarebbe da guardare al 2022 con animo discretamente ottimista. In un'intervista al quotidiano La Stampa, Visco ha assicurato che, a livello europeo, sull'inflazione "siamo attenti" e che "i rischi non sono solo verso l'alto": per tali ragioni, ha spiegato, la politica monetaria della BCE resta ancorata alla continuità. In Europa, ha affermato, "quando terminerà il rialzo dei prezzi energetici - che ha cause cicliche, strutturali e geopolitiche - e quando in Germania, per esempio, svanirà l'effetto dell'aumento dell'Iva, l'inflazione di fondo rientrerà sui livelli previsti nell'ultimo esercizio che abbiamo condotto nell'Eurosistema".

"Ci sarà una riduzione del ritmo degli acquisti di titoli nel corso del 2022, che però non si interromperanno prima della fine dell'anno; quindi, il cosiddetto "tapering" non verrà concluso prima del 2023 e si continueranno a mantenere condizioni di finanziamento dell'economia molto favorevoli", ha aggiunto. "Abbiamo anche affermato che l'aumento dei tassi ufficiali, che peraltro sono negativi, avverrà successivamente. Il motivo è legato proprio alle nostre previsioni d'inflazione e ai fattori che riteniamo prevarranno nei prossimi anni", ha spiegato il Governatore della Banca d'Italia. In questo scenario Visco non trova "alcun motivo per rivedere l'obiettivo" di politica monetaria del 2%, "al quale si è giunti quest'anno dopo una prolungata discussione nell'ambito del Consiglio direttivo".

Capitolo energia. "Sui prezzi del petrolio, i futures indicano che sono ancora elevati, ma già in discesa rispetto ai massimi di novembre. Il gas è una questione diversa, perché c'è una componente geopolitica molto importante", ha sottolineato Ignazio Visco. "Gli elevati livelli dei prezzi dell'energia fossile non possono essere compensati attraverso una riduzione per tutti, perché siamo in una fase di transizione ecologica ed energetica – ha spiegato –. Andare verso le fonti rinnovabili può comportare un aumento dei prezzi relativi. I costi eccessivi per alcune categorie, o per alcune aree dell'Eurozona, possono essere compensati con misure di carattere fiscale. Il Consiglio direttivo della BCE si dovrà interrogare a fondo sul rapporto fra prezzi relativi e inflazione assoluta".

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