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Parte da Verona il grande risiko degli aeroporti

I soci pubblici della Catullo pronti a recedere dai patti parasociali sottoscritti con Save nel 2014

Economia, Trasporti
Parte da Verona il grande risiko degli aeroporti
(Teleborsa) - I patti parasociali che dal 2014 hanno tenuto legati i soci storici della società Valerio Catullo di Verona e la veneziana Save, che detiene il 41,2% del capitale della società di gestione dell’aeroporto scaligero, sarebbero destinati a sciogliersi con l’inizio della primavera.

La mossa determinante in questa direzione è dei soci pubblici che, sei mesi prima della scadenza del patto quinquennale fissata a ottobre 2019, pertanto nel mese di aprile, sembrano orientati a fare un passo indietro. A capeggiare la fronda è la Provincia di Trento, che si era già espressa in tal senso nel dicembre scorso in occasione dell’assemblea di Aerogest, la holding pubblica che detiene il 47% di Catullo. Ma anche il Comune di Verona si dice d’accordo, insieme alla galassia degli azionisti pubblici, ai quali evidentemente non va giù quanto, a loro giudizio, sarebbe stato disatteso proprio da Save.

L’aeroporto veronese è arrivato a sfiorare nel 2018 i 3,5 milioni di passeggeri, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, ma lo stallo dello scalo di Brescia Montichiari manda in rosso i conti della Valerio Catullo.

L’esigenza di coprire gli investimenti per potenziare e ammodernare le infrastrutture di Verona, circa 65 milioni in preventivo, impone l’aumento di capitale che gli enti scaligeri (Comune, Provincia, Camera di Commercio) non sono in grado di sostenere, con la possibilità che Save finisca per salire oltre il 50%.

E’ a questo punto che si prospetta l’ulteriore mossa di Fondazione Cariverona, socio al 2,9% di Catullo, pronta, si dice, a favorire l’ingresso di F2i, che determinerebbe un tiro alla fune tra il polo aeroportuale del nord est veneto e quello lombardo, con il fondo 2i aeroporti presente in Sea, che a sua volta detiene il 30,98% di Sacbo, la società di gestione dell’aeroporto di Bergamo sempre alla finestra e in attesa di conoscere il futuro di Brescia Montichiari, la cui concessione è tuttora affidata alla Catullo. Un quadro che si delinea mentre F2i ha acquisito praticamente il controllo di Trieste Airport.

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