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Obama schiaffeggia Teheran:"il tempo non è illimitato"

Politica
Obama schiaffeggia Teheran:"il tempo non è illimitato"
(Teleborsa) - La pazienza dell'America nei confronti dell'Iran non è illimitata. A metterlo in chiaro ieri il presidente statunitense, Barack Obama che nel suo lungo discorso tenuto al Palazzo di Vetro, nel corso della 67esima Assemblea generale delle Nazioni Unite davanti a 120 capi di Stato e di Governo ha puntato il dito contro il progetto di armi atomiche di Teheran. "Gli Stati Uniti faranno ciò che devono", ha dichiarato Obama che lascia "ancora spazio" ad soluzione diplomatica ma "il tempo non è illimitato", avverte il Presidente USA.

Un Iran con ordigni atomici minerebbe "l'eliminazione di Israele, la sicurezza delle nazioni del Golfo e la stabilità dell'economia globale", e la bomba atomica per Teheran "rischia di scatenare una corsa agli armamenti nucleari nell'area e di disfare il trattato di non proliferazione", ha tuonato the President che non ha risparmiato nessuna stoccata al governo di Teheran e ai suoi leader, rei, secondo Obama di sostenere la dittatura in Siria e gruppi terroristici internazionali. Obama, nel suo intervento si schierato con fermezza contro il regime del dittatore siriano Assad che "deve finire" come devono trovare la parola fine le sofferenze del popolo in Siria che ha il diritto di vedere "una nuova alba". A Obama ha fatto eco anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, definendo un "disastro", il conflitto siriano.

Il Presidente statunitense si è a lungo soffermato sul film anti-Islam che ha provocato una serie di disordini in Medio Oriente che sono sfociati con la morte dell'ambasciatore statunitense in Libia, Chris Stevens. "L'attacco ai nostri civili a Bengasi è stato un attacco all'America" ha dichiarato Obama, è anche stato "un assalto agli ideali stessi su cui si fondarono le Nazioni Unite.

"Se vogliamo davvero difendere questi ideali, non sarà sufficiente a mettere più guardie di fronte a un'ambasciata, ma dobbiamo parlare onestamente delle cause più profonde della crisi - perché siamo di fronte a una scelta tra le forze che ci allontanano in direzioni opposte e le speranze che abbiamo in comune." Obama si è detto anche "grato per l'aiuto ricevuto da parte del governo e del popolo libico. Non ci dovrebbero essere dubbi sul fatto che saremo implacabili nel rintracciare gli assassini e assicurarli alla giustizia Oggi, dobbiamo ribadire che il nostro futuro sarà determinato dalla gente come Chris Stevens - e non dai suoi assassini. Oggi, dobbiamo dichiarare che questa violenza e l'intolleranza non hanno posto tra le nostre Nazioni Unite. Il futuro- ha detto Obama- non può appartenere a coloro che calunniano il Profeta dell'Islam", ha detto il presidente ma "per essere credibili, coloro che condannano queste calunnie devono condannare anche l'odio che vediamo quando l'immagine di Gesù Cristo viene dissacrata , le chiese vengono distrutte e l'olocausto viene negato".

Tra israeliani e palestinesi, "il futuro non deve appartenere a coloro che voltano le spalle a una prospettiva di pace", ha aggiunto nel suo lungo intervento il Presidente." La strada è dura, ma la destinazione è chiara che sia quella di comprendere che a tale pace deve passare attraverso un giusto accordo tra le parti". L'America rimane al fianco di tutti coloro che sono disposti a fare questo viaggio.
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