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L'ABC si divide sul Monti-bis

Politica
L'ABC si divide sul Monti-bis
(Teleborsa) - Torna prepotentemente alla ribalta il tema Monti-bis negli ambienti politici italiani.
L'idea che l'attuale Premier "tecnico" possa proseguire la propria missione di risanamento del Paese, come augurato e auspicato a livello internazionale, divide i partiti di maggioranza e non.

A lanciare formalmente il dibattito ci ha pensato il Presidente di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo, scendendo apertamente in campo per il Professore.
Niente alleanze con Pd e Pdl (ma il dialogo sì), né con i piccoli partiti che fanno disperdere il voto, ha spiegato in una intervista a Il Corriere della Sera, ma "una grande forza popolare, riformatrice e liberale, con l'obiettivo di dare consenso elettorale al percorso avviato da Monti".
Per questo, Montezemolo "si impegnerà personalmente perché questo progetto abbia successo, senza rivendicare alcun ruolo o leadership", perché la cosa importante è "cambiare, non comandare. Cambiare un sistema, non qualcuno".

Gianfranco Fini si spinge ancora oltre, proponendo una lista civica nazionale appoggiata da Montezemolo e Casini e "chiaramente" guidata dal Senatore Monti. Il numero uno di Fli e Presidente della Camera ha però spiegato alla convention 'Mille per l'Italia' che non ci sono solo Montezemolo e Marcegaglia ma anche "mille platee" come quella di Arezzo, "che fanno politica nel quotidiano".

E Casini? Anche il leader dell'Udc raccoglie la chiamata, spiegando in una intervista al Tgcom 24 che è ormai impossibile riprendere sia le alleanze Pdl-Lega che il "caravanserraglio della sinistra" "Mi piacerebbe molto che non ci fosse più bisogno di Monti, ma questo è un quadro idilliaco, la realtà italiana non è così, di Monti c'è ancora bisogno", ha spiegato, aggiungendo che l'attuale Primo Ministro non ambisce a scendere in campo per guidare il Paese, ma ha semplicemente "spirito di servizio", e se il Paese lo chiama, non si sottrae.

Non sono invece dello stesso avviso Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani.
Il numero uno del Pdl ha dichiarato a Sky Tg 24 che il Monti-bis è "tecnicamente inspiegabile" perché da una parte ci sarebbe un candidato reale - quello della sinistra, quindi Renzi o Bersani - dall'altra uno virtuale, ovvero Monti, che ha già detto di non volersi candidare.

Anche il leader del Pd, Bersani, non appoggia l'idea di una permanenza dell'attuale Premier. Parlando all'Assemblea per il Sud, ha detto basta a "scorciatoie e ricette italiche", spiegando che la politica deve tornare ad essere credibile. Il vero tema, ha aggiunto, "è che la politica deve rimettersi in gioco, affermare il suo ruolo riconoscendo anche il suo limite", quindi è necessario aprirsi alla società civile.
Senza mezzi termini il candidato Pd alle primarie, Matteo Renzi: se vincerà le primarie prima, le elezioni poi, sarà lui il Premier, ha spiegato a Repubblica.

A quel punto è sceso in campo anche l'attuale titolare allo Sviluppo, Corrado Passera. "Non credo sia giusto usare Monti come sigla elettorale di un nuovo giro", ha detto in occasione di un intervento alla trasmissione 'Che tempo che fa', aggiungendo che "ha fatto fondamenta robuste per una casa da costruire. Ora, deve partire la terza Repubblica".
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