(Teleborsa) - Non sono bastati gli interventi concertati di BCE, BOE e PBOC per tentare di dare fiato ai mercati finanziari.
L'euforia iniziale è svanita in fretta, a conferma di come la situazione economica mondiale, nel suo complesso, sia molto lontana da un'effettiva risoluzione.
Emblematiche, a tal proposito, le parole del numero uno della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che in conferenza ha tenuto a precisare come il taglio ai tassi di interesse e l'azzeramento dei tassi sui depositi non sono la panacea di tutti i mali. Il problema è che le armi 'convenzionali' a disposizione dell'Eurotower sono state tutte adoperate, ora non resta che un
quantitative easing che, però, al momento è fuori discussione. E comunque, ha poi aggiunto Draghi, "non esistono misure che siano davvero efficaci in un mercato altamente frammentato".
A questo punto, resta da capire cosa deciderà di fare la Federal Reserve. Qualche indicazione potrebbe emergere dai Minutes dell'ultima riunione di politica monetaria, che verranno pubblicati mercoledì prossimo. Per il prossimo meeting vero e proprio, invece, si dovrà attendere fine mese.
Ma già da oggi si potrebbe cominciare a fare qualche stima, dal momento che verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro. Gli economisti stimano che a giugno l'economia americana abbia creato 90.000 nuovi impieghi nel settore non agricolo, con un tasso di disoccupazione stabile all'8,2%.
Quel che è certo è che, dopo i massicci interventi della BCE, della Bank of England e della People's Bank of China, in caso di un'ennesima lettura negativa del
job report, in molti cominceranno a pressare Bernanke e colleghi affinché adottino qualche mossa più incisiva dell'Operation Twist.
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