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La 'Vecchia Italia' dà il via al cambiamento

Economia, Politica
La 'Vecchia Italia' dà il via al cambiamento
(Teleborsa) - La 'Vecchia Italia' vuole cambiare rotta e lo fa con due importanti decreti a favore della crescita e contro gli scandali e gli sprechi della politica. Un risveglio dal laissez faire tipico della condotta dei politici del passato, una ventata di aria fresca, mentre si predispongono gli strumenti per la crescita futura del Bel Paese.

E' questo il senso del discorso pronunciato dal Premier Mario Monti, ieri sera, quando con orgoglio e soddisfazione, contornato sai suoi tecnici, ha annunciato il frutto dell'ultimo lavoro svolto dal Governo, che si appresta a passare il testimone al nuovo esecutivo che uscirà dalle elezioni.

E' solo l'ultima di una lunga azione riformatrice, che partendo dal quel triste giorno in cui è stato presentato il decreto Salva-Italia e la riforma del sistema pensionistico (tutti ricordano le lacrime del Ministro Elsa Fornero), è passato per il primo decreto Cresci-Italia, che conteneva misure per la crescita (semplificazioni e qualche incentivo) e culmina oggi con il decreto Crescita 2.0.

Una risposta anche alle sollecitazioni della comunità economica internazionale, che recentemente ha spostato l'accento dall'austerity allo sviluppo. La parola d'ordine è innovazione ed in questo quadro si leggono tutte le misure per l'informatizzazione della 'Vecchia Italia' (anche a livello di PA), lo sviluppo dell'agenda digitale e le misure per favorire le start-up.

Ma cambiare la 'Vecchia Italia' non vuol dire solo spinta innovatrice verso il futuro, ma anche dire basta ad usi e costumi del passato, soprattutto per quanto riguarda la gestione della politica, che dovrebbe essere una 'cosa pubblica' ed invece è stata sempre concepita nell'ambito degli interessi di parte. Così, il Professore ha detto basta agli sprechi del passato, basta alla cattiva politica, basta agli scandali che hanno umiliato e continuano ad umiliare il Paese.

Un cambio di rotta che punta sul decreto corruzione ed anche sul nuovo decreto di austerity per gli Enti locali, che prevede un taglio delle spese delle Regioni e dei Comuni e l'assoggettamento dei bilanci ai controlli della Corte dei Conti. Per evitare il risorgere di nuovi 'Batman' e per evitare che ci si accorga all'improvviso di nuovi buchi in seno a Regioni e Comuni, è stato messo un freno all'operare della cattiva gestione della politica. E' stata così istituita una sorta di punizione per chi fa male il proprio lavoro, fissando il divieto di ricandidarsi a tutti coloro che siano ritenuti responsabili dell'aggravamento dei conti dell'Ente che ha guidato, Comune o Regione che sia.

Se questo sia l'albore di una reale inversione di tendenza della politica è ancora presto per affermarlo, ma indubbiamente costituisce uno dei migliori propositi visti sino ad oggi. Poi, bisognerà vedere cosa succederà quando un Governo politico tornerà a guidare il Paese.
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