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Nella lettera a Bruxelles licenziamenti facili e pensione a 67 anni

Economia, Politica
Nella lettera a Bruxelles licenziamenti facili e pensione a 67 anni
(Teleborsa) - Tre i nodi importanti indicati nella lettera d'intenti presentata ieri dall'Italia a Bruxelles per rilanciare l'economia e risanare i conti pubblici: licenziamenti più facili, stretta sulle pensioni, privatizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico. Un pacchetto di misure che ha sollevato però dure reazioni, soprattutto da parte dei sindacati. "Entro maggio 2012 - si legge nella lettera - l'esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell'impresa, anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato".


Il Ministro del lavoro Sacconi ha precisato che lo scopo di questa decisione "è creare un mercato del lavoro più dinamico nel quale le imprese si sentano più propense ad assumere anche in una situazione di incertezza, perché sanno che possono fare un passo indietro se le cose non vanno bene".

Positivo, invece il giudizio del neo presidente della BCE Mario Draghi. "La lettera d'intenti formulata dal Governo italiano è un passo importante pieno di riforme organiche per l'economia italiana: ora si tratta di farle e farle con rapidità e concretezza. Sono riforme coraggiose, occorre tutelare le fasce più deboli", ha dichiarato l'ex governatore della Banca d'Italia.

Nulla di nuovo sulle pensioni, con l'obiettivo dei 67 anni per la vecchiaia dal 2026, mentre è previsto un piano di dismissioni del patrimonio pubblico da 15 miliardi di euro, 5 miliardi l'anno per tre anni.

Il premier Silvio Berlusconi, soddisfatto del risultato, ha precisato che l'Italia applicherà gli impegni presi con la UE con una "serie di provvedimenti nell'arco dei prossimi mesi".
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