(Teleborsa) - L'agenda digitale prende il via in Italia, rappresentando uno degli strumenti principe per restituire vitalità della nostra economia, assieme alle misure per le PMI (start-up). Si tratta del decreto Crescita 2.0, l'ultima grande fatica del Governo tecnico di Mario Monti, che conta su mesi di duro lavoro dell'ex banchiere e Ministro dello Sviluppo Corrado Passera.
Il decreto Crescita era ampiamente atteso ed ha avuto un ritardo di solo pochi giorni rispetto alla data di fine settembre indicata da Corrado Passera. Qualche stop è stato imposto dalla valutazione delle coperture, che ha imposto prima il varo del nuovo DEF ed il conteggio delle risorse da impiegare per la crescita.
In realtà, l'agenda digitale parte con non tantissime risorse, non quante si vociferava, perché l'impiego di fondi più consistente (150 milioni) servirà per azzerare il
digital divide. Il Governo ha però presentato tutta una serie di misure per la completa informatizzazione del nostro Paese, anche perché circa metà degli italiani ormai è costantemente su Internet. Le misure sono dirette alle famiglie (documento unico elettronico che sostituisce carta d'identità e tessera sanitaria, le ricette elettroniche, fascicoli universitari digitali).
Poi, c'è un corposo gruppo di norme, che prevede l'azzeramento del
digital divide ed include la completa digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, i servizi pubblici in generale, le notifiche e le comunicazioni di tipo giudiziario ecc. Tutte misure che - secondo Passera - contribuiranno ad un significativo risparmio di spesa e produrranno una serie di efficienze nel sistema Paese.
Il Ministro non ha usato mezzi termini in conferenza stampa ed ha ammesso: "Di soldi lo Stato non ne ha". La sincerità è meglio delle bugie.