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L'agguato dello Spesometro

Commento, Finanza
L'agguato dello Spesometro
(Teleborsa) - Dopo il Redditometro arriva lo Spesometro nella famiglia degli strumenti per la lotta all'evasione fiscale. A partire dal 1° luglio per tutti gli acquisti di valore superiore a 3.000 euro sarà necessario fornire il proprio codice fiscale al venditore, che a sua volta lo trasmetterà all’Agenzia delle Entrate. Quest'ultima avrà il compito di verificare se il livello dei nostri acquisti è congruo al reddito che dichiariamo. Se l'Agenzia delle Entrate dovesse riscontrare uno scostamento tra l'imponibile dichiarato e le spese effettuate procederebbe all'accertamento. La nuova misura, inoltre, dovrebbe contrastare il fenomeno delle frodi IVA.

In rivolta soprattutto i commercialisti, che lamentano "una invasione della privacy del cittadino comune generalizzata" arrivando persino a parlare di "Stato di polizia fiscale". Con questo strumento si verrà a creare un'enorme banca dati che dettaglierà non solo i nostri consumi ma anche i nostri gusti, ecco perché ci si preoccupa tanto della tutela della privacy.

Con lo Spesometro il ministro delle finanze Tremonti spera di rendere la vita difficile agli evasori, visto che l'Italia oltre a vantare una pressione fiscale tra le più alte in Europa, primeggia anche per evasione. Aumentare le entrate dello Stato è poi l'unica soluzione possibile per ridurre il debito pubblico ormai alle stelle.

Assodato che tutti gli strumenti di lotta all'evasione sono ben accolti, ci si chiede se non è giunta l'ora d'iniziare a ragionare sulla deducibilità integrale degli acquisti, come avviene in altri paesi, e sull'inasprimento delle pene per chi froda il fisco, senza patteggiamenti di alcun tipo.
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