(Teleborsa) - Il
Ministro Cingolani interviene sulla
questione della siccità e della carenza idrica che - afferma -
"non è completamente scollegato" dal problema energetico, perché alcune centrali stanno chiudendo per carenza di acqua per il raffreddamento.
Intervenendo all'assemblea di Elettricità Futura, il Ministro ha spiegato che
il governo pensa ad un progetto di "accumulazione", dal momento che "un quarto delle precipitazioni annuali sarebbero sufficienti all'irrigazione dell'agricoltura in questi giorni". Cingolani ha affermato che
"ci sono una ventina di bacini di raccolta idrica" da poter sfruttare ed "alcuni di questi bacini potrebbero essere messi anche in pompaggio".
Parlando della
crisi del gas, il titolare del MITE ha affermato ch
"non è una crisi fisica, ma del mercato" ed i prezzi salgono "perché qualcuno dietro una tastiera ha deciso di farci pagare di più e su questo nessuno sta facendo abbastanza". Cingolani ha poi ricordato che il
governo italiano si è fatto
promotore e sostenitore in UE di un
price cap, che "pian piano è uscito come unica soluzione sostenibile, almeno per rasare i picchi dei prezzi".
Cingolani si è mostrato
critico rispetto alla politica energetica attuata negli ultimi 20 anni. "Nel 2000 producevamo internamente il 22% del fabbisogno nazionale di gas, da giacimenti italiani. Abbiamo deciso di ridurre la produzione di gas italiano e dopo vent'anni produciamo il 3% del nostro gas", afferma il Ministro, aggiungendo
"ci siamo dati un po' la zappa sui piedi e oggi c'è la corsa alla diversificazione". Parlando dei 30 miliardi di metri cubi di
gas russo da rimpiazzare, il Ministro ha confermato che "sono stati rimpiazzati da 25 miliardi di metri cubi di gas" diversificato, fornito da vari produttori, specie dall'Africa. "I 5 miliardi che mancano, che sono un sesto, tengono conto di due cose. La prima è che
acceleriamo con le rinnovabili a più non posso. La seconda è il
risparmio energetico". A questo proposito, il Ministro ha affermato "stiamo facendo di tutto, a cominciare dalle esigenze pubbliche", mentre per il privato c'è "un problema culturale".
Cingolani ha anche proposto di
"disaccoppiare" la borsa delle energie rinnovabili da quella elettrica. "Se io produco energia rinnovabile, dal sole, dal vento, da scarti, perché devo legare il prezzo dell'energia prodotta a quello del gas? Qui bisogna fare un discorso di alto livello sul fatto che la Borsa delle rinnovabili deve essere separata dalle energie termoelettriche".