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San Valentino, il fiore resta il regalo più gettonato

San Valentino, il fiore resta il regalo più gettonato
(Teleborsa) - Nonostante la crisi, gli italiani non perdono l’animo romantico. Così anche domani si preparano a celebrare San Valentino. Ma, complice anche il freddo e la neve, quest’anno ci saranno meno uscite al ristorante e più cene casalinghe, meno gioielli e più fiori. Perché le difficoltà economiche hanno drasticamente ridotto i presenti più costosi come collane e bracciali (scelti nel 16 per cento dei casi) e capi d’abbigliamento (11 per cento), a tutto vantaggio di cioccolatini (28 per cento) e soprattutto fiori (45 per cento). Che restano gli omaggi più gettonati dagli innamorati anche nel 2012. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, sulla base di un sondaggio effettuato in occasione del 14 febbraio.

Più di quattro italiani su dieci, insomma, domani regaleranno un fiore -spiega la Cia- per un totale di circa 20 milioni di esemplari, soprattutto rose (oltre 14 milioni, vale a dire il 70 per cento delle vendite floreali complessive), ma anche tulipani, gerbere, orchidee e lilium. Con una spesa al consumo che si avvicina ai 75 milioni di euro.

Il vero rischio, però, è che a essere comprati domani saranno fiori "stranieri" in due casi su tre. Questo perché il costo del gasolio agricolo è arrivato a livelli insostenibili (+130 per cento in meno di due anni) -sottolinea la Cia- e molti floricoltori italiani hanno quindi scelto di non produrre o di limitare i "tagli" invernali, visti i rincari insopportabili della bolletta energetica per il riscaldamento delle serre. Il maltempo, poi, ha dato un’ulteriore batosta al settore, tra produzioni danneggiate e consegne rallentate dal blocco della circolazione stradale.

La conseguenza è che aumentano a dismisura, soprattutto nelle occasioni festive come San Valentino, le importazioni "selvagge" da Paesi extracomunitari come Thailandia, Colombia, Etiopia, Ecuador e, per le rose, Kenia. Ma la qualità del ‘prodotto Italia’ -rimarca la Cia- va differenziata e valorizzata rispetto al prodotto importato, che ha prezzi inferiori sia perché gode dell’esenzione parziale o totale dei dazi, sia perché ha un costo della manodopera bassissimo, sia perché non è tenuto agli stessi obblighi sanitari (passaporto verde, gassificazione del prodotto) che hanno invece le merci europee quando vengono esportate oltre i confini comunitari.
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