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Previsioni ancora nere per il mercato dell'auto

Economia
Previsioni ancora nere per il mercato dell'auto
(Teleborsa) - Non arrivano buone nuove dal fronte del mercato dell'auto. In attesa dei dati ufficiali sulle immatricolazioni che verranno pubblicati domani dal Ministero dei Trasporti, Federauto stima che il mese di luglio, registrerà un calo del 32% rispetto ad un anno fa.

"Non è solo un -32%, perché viene paragonato con un 2011 che per il nostro settore è stato orribile. Quindi stiamo perdendo un 32% su un dato che già non consentiva la sopravvivenza della filiera". Così spiega Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l'associazione dei concessionari di autoveicoli di tutti i brand commercializzati in Italia, che aggiunge ironico: "Non so spiegarmi questo dato così negativo perché il Governo Monti si è impegnato molto per sostenere la filiera dell'automotive italiana. Ha rincarato le accise - ora tra le più alte del mondo -, ha introdotto il superbollo per le auto prestazionali, spettacolarizzato la lotta all'evasione fiscale, ha aumentato l'Iva, i pedaggi autostradali, l'RC, l'Imposta Provinciale di Trascrizione, il bollo. E nonostante tutti questi 'supporti' il mercato italiano flette costantemente di numeri a doppia cifra".

Federauto, rimarca che a farne le spese saranno i 3.200 concessionari di tutti i brand che, da soli, fatturano circa il 6% del Pil, dando occupazione a circa 178.000 addetti. Addetti di cui sembra non importare niente a nessuno. Ma i numeri totali della filiera degli autoveicoli in Italia sono da brivido: un fatturato pari all'11,4% del Pil e 1.200.000 lavoratori, di cui 220.000 presto ingrosseranno le fila dei disoccupati. O meglio passeranno dagli ammortizzatori sociali, se i fondi della regione di appartenenza non sono ancora esauriti, alla disoccupazione.

L'auto, prima dei provvedimenti del Governo Monti, partecipava per il 16,6% al gettito fiscale nazionale. Ora, come per i carburanti, questo inconcepibile accanimento fiscale ha ucciso la domanda e, paradossalmente, proprio lo Stato 'miope' introiterà 3 miliardi di euro in meno di tasse.

E allora che farà? Probabilmente aumenterà ancora le tasse per distruggere definitivamente i consumi. Una spirale perversa che bisogna spezzare per rilanciare l'economia.
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