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Shopping, I love you! Il Black Friday tra resse e statistiche

Economia
Shopping, I love you! Il Black Friday tra resse e statistiche
(Teleborsa) - Per milioni di americani è solo il giorno che segue il Thanksgiving Day in cui è possibile comprare un tostapane a 4 dollari invece che a 15 e, in generale, fare incetta di merci a prezzi fortemente scontati.

Per gli esercenti, secondo la tradizione popolare, è invece il giorno in cui, dopo mesi di bilanci in rosso, si cominciano a segnare gli incassi con la penna nera.

Per gli economisti, infine, è un importante barometro sullo stato di salute dell'economia statunitense e della propensione all'acquisto dei cittadini.

Qualunque sia la sua valenza, sembra chiaro che il Black Friday è molto più di una semplice giornata di sconti, conosciuta ai più soprattutto per gli accampamenti notturni davanti agli stores più gettonati e le scene di delirio nei grandi centri.

Da quando la crisi del 2008 ha limitato fortemente la capacità di spesa degli americani l'attenzione verso il Venerdì Nero è diventata quasi maniacale.

Negli anni passati bastava qualche statistica positiva sull'andamento di questa giornata di shopping compulsivo per mettere Wall Street di buonumore e far salire le quotazioni dei retailer.

Ma oggi è diverso, perché la fiducia verso l'economia USA conta su ben altri numeri: l'accelerazione del PIL e il tasso di disoccupazione ai minimi di sei anni confermano l'attuale stato di salute della prima potenza al mondo.

Questo non vuol dire che l'esito del Black Friday passerà in sordina. Infatti in queste ore la stampa americana si sta scatenando con le previsioni.

Qualche economista si azzarda a dire che i risultati di quest'anno potrebbero segnare un calo della spesa, ma solo perché il ritrovato benessere porta i cittadini a fare shopping anche in altri momenti dell'anno, senza la necessità di lunghe file e resse.

In generale, si prevede che giovani e adulti (i cosiddetti "millennials" e "non millennials") spenderanno mediamente più o meno la stesa cifra pro-capite, ossia rispettivamente 363 e 373 dollari.
Un ottimo dato, che conferma come al momento non ci siano particolari dislivelli tra chi lavora e chi si sta ancora studiando.
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