(Teleborsa) - Un esercito di 7.300 studenti ha deciso di effettuare un
periodo di studio di lunga durata all'estero, segnando un vertiginoso incremento in tre anni, del 55%.
La parte del leone, si legge nella VI edizione 2014 dell'
Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, promosso da Fondazione Intercultura e Fondazione Telecom Italia (dati elaborati da Ipsos), la fanno i ragazzi che scelgono di trascorrere l’intero anno scolastico fuori dall’Italia (4.100), anche se va registrato il significativo aumento nei programmi più brevi, soprattutto il trimestre (che passa da 300 a 1.500 unità) e il semestre (da 1.100 a 1.700).
Si tratta ancora di una nicchia considerando l’entità di questi numeri rispetto alla popolazione scolastica delle classi terze e quarte che solitamente sono le più coinvolte, ma il trend di crescita è piuttosto significativo, dopo decenni in cui il fenomeno ha riguardato davvero pochissimi studenti.
Le
destinazioni più richieste sono sempre i Paesi anglofoni: 33% USA e Canada (in leggero calo rispetto al 2011), 13% Regno Unito e Irlanda (+2%) e 11% Australia e Nuova Zelanda (invariato). Non mancano però le sorprese, come il forte aumento registrato dall’insieme dei Paesi scandinavi, passati dal 5% delle stime 2011 all’11% di quest’anno.
Tra le altre destinazioni, si affacciano anche i Paesi dell’America latina (5%), quelli asiatici, Cina in primis (3%) e quelli dell’Est Europa (3%). Si registra inoltre un aumento rispetto al 2011 della partecipazione delle ragazze rispetto ai ragazzi: sono il 64% contro il 36% (nel 2011 erano il 55% vs il 45%).
"Un soggiorno prolungato all’estero - spiega
Roberto Ruffino, Segretario Generale della Fondazione Intercultura onlus - non produce soltanto competenze interculturali o apertura verso le problematiche del mondo. Produce anche una crescita complessiva della persona in quelle aree definite come i saperi essenziali per entrare nella vita attiva del XXI secolo che si possono così riassumere: imparare a imparare, a progettare, a comunicare, a collaborare e partecipare, ad agire in modo autonomo e responsabile, a risolvere problemi, ad individuare collegamenti e relazioni, ad acquisire ed interpretare l’informazione".