(Teleborsa) - Il
differenziale di rendimento tra titoli italiani e spagnoli penalizza quelli tricolori di circa 36 punti base sul decennale che, nel mese di luglio dello scorso anno, vedeva invece soccombere i titoli spagnoli di oltre 100 punti base. In sintesi, nel giro di 12 mesi, le
aspettative sullo status economico dei due paesi mediterranei si sono
letteralmente capovolte a favore di quelle spagnole.
Le obbligazioni dei paesi periferici della zona euro, la settimana scorsa, sono state abbandonate per un
fly to quality verso titoli a maggiore solidità, anche per un malessere economico che sembra stia montando in seno alla più grande economia europea, quella tedesca.
La scintilla per il sell-off della settimana scorsa è stata la
rinnovata preoccupazione per la Grecia che avrà difficoltà a finanziarsi. I rendimenti dei titoli italiani a 10 anni sono saltati di 17 punti base corso della settimana, attestandosi al 2,50%, mentre quelli spagnoli, per la stessa scadenza, si sono attestati al 2,17%.
Solo ieri i titoli di Stato periferici hanno recupero le perdite subite in precedenza, come è stato detto dalla BCE, che è intervenuta a drenare obbligazioni corporate di
Intesa Sanpaolo e titoli a breve termine di
Societe Generale e
BNP Paribas.
Standard Life, primario investitore scozzese, ha comunque in sovrappeso posizioni in titoli periferici europei, perché il rallentamento della crescita, la minaccia della deflazione e il sostegno della BCE, significano, secondo il punto di vista di S.L., che il mercato obbligazionario dovrebbe sostanzialmente tenere.
"Lo scorso anno l'Italia non ha avuto bisogno di fare molto per ottenere un discreto bilancio statale", ha detto Robert Tipp, responsabile degli investimenti di Prudential Financial. "Il deficit non era davvero così grande e, allo stesso tempo, la Spagna ha avuto un sacco di lavoro da fare per rimettersi in pista, perché stava sperimentando dinamiche di crescita molto basse. Stava in pratica affrontando gli stessi problemi con cui ha adesso a che fare l’Italia".