(Teleborsa) - "In un partito del 41% non si può pensare di non ascoltare chi la pensa diversamente". Così Matteo Renzi apre la direzione del Pd, nelle vesti di segretario, in un momento di ripensamento della sua struttura organizzativa. Il Premier ha poi aggiunto "non possiamo diventare né un comitato elettorale né un club di anarchici e filosofi".
La linea indicata dal segretario è quella democratica, assembleare o in task force, "senza imporre o proporre alcunché". La giornata di oggi - ha sottolineato - non servirà per fare conclusioni, ma ci vorranno altri incontri per giungere ad un forma di partito.
Nel suo intervento di questo pomeriggio, il capo del governo, non ha tralasciato proprio nulla, né l'importanza della legge elettorale ("Il Pd è un partito che vince per fare una legge elettorale in cui sia chiaro chi vince"), né la paralisi del Parlamento ("Questo è un Parlamento che da 18 mesi è bloccato, nei quorum costituzionali è messo in difficoltà da un blocco che dice 'no' a tutto ma è in corso un costante sgretolamento").
Un pensiero è andato anche alla CGIL ed alla sua leader Susanna Camusso, in vista dello sciopero generale di sabato 25 ottobre,
al quale si attende un'affluenza significativa: Abbiamo un profondo rispetto indipendentemente dal dibattito che c'è tra di noi. C'è rispetto ogni volta che un'organizzazione importante affronta una prova di piazza".