(Teleborsa) - La Cina continua a preoccupare, con inflazione e prezzi alla produzione in calo nel mese di marzo.
Dopo l'
allarme lanciato dal Fondo Monetario internazionale sulla crescita globale e i rischi in aumento delle economie emergenti, e la
revisione al ribasso di Standard and Poor's delle proprie valutazioni sulla Dragone, i
prezzi al consumo di marzo sono scesi dello 0,4% su base mensile, più dello 0,3% previsto dagli analisti e decelerando notevolmente dal +1,6% dello scorso mese.
Su base annua risultano in crescita del 2,3%, meno del +2,5% previsto.
Nello stesso mese sono scivolato anche i anche i prezzi alla produzione che arretrano del 4,3% annuo, meno rispetto al -4,6% previsto dal consensus degli analisti.
La debolezza dell'economia cinese, secondo gli analisti, lascia spazio alle autorità cinese per stimolare l'economia attraverso un ulteriore allentamento monetario. Queste aspettative si sono riversate sull'azionario con lo Shanghai Composite Index
che ha chiuso in netta salita.
Gli investitori e gli analisti, infatti, ritengono che la
People's Bank of China, che già a fine febbraio, è scesa nuovamente in campo per sostenere la seconda economia al mondo, possa ancora mettere in campo ampi strumenti per facilitare la crescita.