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ABI, prestiti a famiglie e imprese ancora in crescita

Finanza
ABI, prestiti a famiglie e imprese ancora in crescita
(Teleborsa) - Continuano a crescere i prestiti al settore privato (+3,9%) ed in particolare i presiti a famiglie ed imprese, che hanno registrato a settembre un aumento del 4,8% rispetto a un anno fa. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto mensile dell'ABI basato su dati pubblicati dalla Banca d’Italia.



Per i prestiti alle imprese si registra ad agosto un aumento del 6% su base annua (+4,5% il precedente), mentre per le famiglie la crescita è dell’1,9% (+1,7% nel mese precedente). La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è stabile rispetto al mese precedente per la componente dei mutui (+1,9% la variazione annua), mentre quella del credito al consumo risulta in lieve decelerazione (+0,7% da +0,8%).

A settembre, i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento rimangono su livelli particolarmente bassi, toccando anche nuovi
minimi storici: il tasso medio sul totale dei prestiti è il 2,27% (2,31% il precedente), il tasso medio sui mutui per l'acquisto di abitazioni è l’1,29% (1,32% ad agosto 2020, 5,72% a fine 2007), il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,18% (1,15% il mese precedente).

Sul fronte della raccolta, si registra un aumento dei depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) di oltre 125 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (+8% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, continua a scendere (-15 miliardi di euro in valore assoluto pari a -6,3%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +6,1% a settembre 2020.

Migliora anche il profilo della solidità delle banche, con sofferenze nette in calo a 24,4 miliardi di euro, rispetto ai 32,3 miliardi di agosto 2019 (-7,9 miliardi pari a -24,4%) e ai 40,5 miliardi di agosto 2018 (-16 miliardi pari a -39,6%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 64 miliardi (-72,4%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è dell’1,40% (era 1,86% ad agosto 2019, 2,36% ad agosto 2018 e 4,89% a novembre 2015).
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