(Teleborsa) - L'
inchiesta petrolio che ha portato alle
dimissioni del ministro dell'Ambiente, Federica Guidi mette alla prova la tenuta dei ministri del governo
Renzi che torna a difendere l'operato del suo esecutivo. "Il ministro Guidi ha fatto un errore.
Non c'è niente di illecito, ma ha fatto un errore e ne va preso atto. In Italia adesso chi sbaglia va a casa", ha ribadito il premier.
Intanto
i giudici di Potenza hanno ascoltato le dichiarazioni dell'ex ministro come
persona informata dei fatti sul caso Tempa Rossa. "Dal punto di vista giuridico ho appreso definitivamente di essere persona offesa" ha detto Guidi al termine del colloquio con i magistrati lucani durato circa tre ore.
La bufera petrolio continua ad allargarsi a macchia d'olio e
tira in ballo anche il ministro dei trasporti e infrastrutture, Graziano Delrio, ma lui
si difende affermando di non aver "mai ricevuto pressioni o ricatti"
ed annuncia un esposto alla procura di Potenza. "Ho letto da articoli di stampa che sono al centro degli interessi di un comitato d'affari che non conosco, da cui non ho mai ricevuto pressioni o condizionamenti e tantomeno ricatti ai quali evidentemente non mi sarei mai sottoposto" ha detto in una nota il ministro dei Trasporti. "Sono interessato, piuttosto, a sapere se esiste o è esistita un'attività di dossieraggio nei miei confronti, volta a screditarmi, basata su presupposti totalmente infondati". Per questo motivo "presenterò un esposto alla Procura".
L'opposizione non resta a guardare. Nel frattempo, il
Movimento Cinque Stelle va all'attacco e chiede un intervento del capo dello Stato sulla vicenda.