(Teleborsa) -
E' caos a Facebook, finita nell'occhio del ciclone dello
scandalo del datagate, in relazione alle fake news diffuse dal colosso mondiale dei social ed alla violazione di milioni di profili di utenti, per influenzare lle loro opinioni alle elezioni che hanno consacrato Trump quale nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America ed anche il
voto sulla Brexit.
Lo sviluppo della vicenda ha portato alle
dimissioni del capo della sicurezza Alex Stamos, che nel motivare la sua decisione ha parlato di
"disaccordi interni" su come gestire questa vicenda e frenare la diffusione di fake news sulla Russia. Secondo il New York Times, il manager avrebbe più volte esortato il gruppo a fare trasparenza ed alla fine avrebbe deciso di lasciare in polemica con il direttore generale del gruppo Sheryl Sandberg.
Il caso è stato portato nuovamente alla ribalta dalle
accuse rivolte alla Cambridge Analytica, agenzia londinese che ha lavorato per la campagna elettorale di Donald Trump, accusata di aver
violato illegalmente oltre 50 milioni di profili di utenti Facebook per influenzare i risultati del voto, usando i dati forniti da una app sviluppata dalla società di ricerche Global Science Research.
Ad accusare l'agenzia non è solo Washington, ma anche Londra, che chiede un mandato di perquisizione per la Cambridge Analytica, sostenendo che vi sia stata
un'influenza anche in relazione al referendum sulla Brexit.
Ed oltre a Stati uniti e Regno unito, anch
e l'UE si mostra indignata per la vicenda e chiede chiarezza al colosso guidato da Mark Zuckerberg, definendo "inaccettabile e spaventoso" l'uso improprio di dati personali a fini politici.
Dal canto suo
Zuckerberg ha tentato di arginare lo tsunami che si sta scatenando sulla sua creatura, annunciando dei aver
avviato un "controllo interno" per accertare la veridicità delle accuse. Un'impresa che al momento sembra disperata, anche perché i due ricercatori della Global Science Research, accusati di aver "venduto" i dati a Cambridge Analytica, ora sono impiegati proprio presso l'azienda di Menlo Park. Un caso che andrà chiarito.
Nel frattempo,
Wall Street non perdona e punisce Facebook con una perdita del 6,77%.