(Teleborsa) -
Eni chiude l'esercizio 2016 con una forte riduzione del rosso, evidenziando una
perdita di 1,464 miliardi di euro rispetto agli 8,778 miliardi del 2015. L'utile adjusted è stato pari a 340 milioni.
Stabile la produzione che si attesta a 1,76 milioni di barili al giorno. L'utile operativo adjusted è scivolato del 48% a 2,32 miliardi di euro, a causa soprattutto del calo delle quotazioni petrolifere, che hanno avuto un impatto negativo valorizzato in 3,3 milioni di euro, e del fermo in Val d'Agri.
I risultati del 4° trimestre evidenziano un ritorno all'utile, con un risultato netto di
340 milioni, grazie al successo dell'attività di esplorazione e produzione (E&P), mentre l'utile
adjusted si è attestato a 459 milioni, positivo dopo cinque trimestri condizionati dal
downturn petrolifero La produzione nel periodo è calata dell'1,5% a 1,86 milioni di barili al giorno.
L'indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2016 era di 14,8 miliardi di euro.
"Con questo bilancio - ha commentato Descalzi - si chiude un triennio durante il quale Eni ha completato un processo di profondo cambiamento che ha consentito di affrontare un contesto tra i più difficili nella storia dell'industria oil&gas, rilanciando le prospettive di crescita e preservando la solidità patrimoniale del gruppo". "
Eni proporrà alla prossima assemblea un dividendo di 0,8 euro per azione.
Quanto alle
prospettive, la società del Cane a sei zampe prevede
per il prossimo quadriennio una crescita media della produzione del 3%. Maggiori dettagli saranno però forniti dal numero uno Caludio Descalzi, nel corso della
conference call che si terrà oggi a Londra, dove verrà presentati il
nuovo piano strategico e definita la
politica di remunerazione agli azionisti.
Il CdA di Eni ha anche deliberato la
possibile emissione di uno o più bond, da collocare presso investitori istituzionali, per un ammontare complessivo non superiore ai
2 miliardi di euro, da emettersi in una o più tranches entro il 31 dicembre 2018.