(Teleborsa) -
Fisco sempre più pesante sui bilanci delle famiglie italiane, non tanto le imposte pagate all'amministrazione centrale, quanto piuttosto le
tasse pagate agli Enti locali, che hanno conosciuto una vera e propria
impennata in questi ultimi anni a causa dei vincoli imposti ai bilanci di Comuni & Co.
Secondo un'analisi condotta dalla
CGIA su alcune categorie reddituali tipiche - lavoratori dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi - emerge che, dal 2010 ad oggi, il g
ettito ottenuto dall'applicazione delle addizionali Irpef ha registrato un boom: quello relativo alle
addizionali regionali è cresciuto di oltre il 34%, salendo dagli 8 miliardi degli anni 2009–2010 ai quasi 11 miliardi del 2014,
quello imposto dai comuni addirittura del 54%, passando da 2,9 miliardi di euro del 2010 agli oltre 4,4 miliardi di euro del 2014.
Un peso, quello delle addizionali Irpef, molto oneroso, che
per l’anno in corso garantirà alle casse delle regioni e dei comuni oltre 15 miliardi di euro, anche perché la
Legge di stabilità ha bloccato gli aumenti delle imposte locali solo per le regioni che non sono in deficit sanitario.
Un sistema che implica anche profondi squilibri da regione a regione.
“L’aumento della tassazione locale è diventato ormai una costante che caratterizza la politica fiscale degli enti locali. Lo Stato risparmia tagliando i trasferimenti, le Regioni e i Comuni si difendono alzando il livello delle imposte per mantenere in equilibrio i propri bilanci", sottolinea il segretario della CGIA,
Renato Mason, ricordando l'importanza del
federalismo fiscale e la necessità di garantire che ad un aumento della tassazione vi sia un corrispondente
aumento della qualità e della quantità dei servizi offerti.