(Teleborsa) -
Notte di passione a Calais, nel Nord della Francia, dove sono proseguiti gli
scontri iniziati ieri dopo l'avvio delle operazioni di
sgombero della zona più a sud della
"Jungle" dei migranti.
La polizia è stata costretta a lanciare
gas lacrimogeni nel corso della notte, a causa delle
continue sommosse dei migranti, che hanno lanciato sassi contro le forze dell'ordine impegnate nello sgombero, ed in risposta al
caos creato dagli attivisti "no border", che hanno protestato per questo trasferimento forzoso.
Tutto è iniziato ieri quando le autorità hanno
abbattuto e dato fuoco alle baracche ed alla tendopoli, tentando di trasferire i profughi in container, presso dei centri di accoglienza appositamente predisposti. Erano impegnati nelle operazioni circa 200 agenti di polizia, a presidio degli operai incaricati dello sgombero.
Questo ha alimentato malumore fra i migranti che, temendo di veder svanire il
sogno di trasferirsi in Regno Unito ed esser costretti a chiedere asilo in Francia, hanno attaccato gli agenti e gli operai impegnati nelle operazioni di sgombero della più vasta tendopoli francese. Coinvolti dal provvedimento
oltre 3 mila profughi, che si oppongono al
trasferimento nei centri di accoglienza di Stato, più lontani dal mare e dalla possibilità di fuga attraverso la Manica.
L'evacuazione della tendopoli, autorizzata dal
Tar di Lille, era stata disposta dal governo Hollande per questioni di
ordine pubblico. Il governo francese aveva assicurato il
carattere "umanitario" dello sgombero, garantendo la possibilità di scelta dei migranti fra trasferirsi in container riscaldati o in centri di accoglienza.
E' questo solo l'ultimo episodio di una
emergenza che sta colpendo tutta l'Europa, da Sud a Nord,
vedendo impegnato nel contenimento delle frontiere meridionali un paese come la Grecia, che sta tentando di uscire da una lunga crisi, e mettendo a repentaglio la stessa economia di Eurolandia.
Il tema migranti è stato anche al centro del vertice del G20 la scorsa settimana.