(Teleborsa) - Prosegue nel
mese di ottobre la
crescita tendenziale delle
vendite al dettaglio, confermando la
dinamica positiva osservata a partire dal
mese di giugno. Lo rileva
l'Istat che stima per il mese in oggetto un
calo congiunturale dello
0,2%, sia in valore sia in volume. Come sempre, arrivano i
commenti ai dati che pur registrando
piccoli passi avanti sottolineano che il quadro generale è ancora
troppo fragile. Federdistribuzione: boccata d'ossigeno per i consumi - "Anche per il mese di ottobre si rileva una crescita delle vendite al dettaglio, che
conferma la scia positiva cominciata questa estate - osserva Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione - Un risultato che dà una boccata di ossigeno al commercio e che mitiga l'andamento altalenante che ha caratterizzato i primi mesi dell'anno. Il dato dei primi 10 mesi del 2019 si attesta così ad un +0,7%, un risultato in ripresa rispetto al 2018 (+0,1%) ma ancora modesto,
indicatore di un'incertezza ancora
diffusa negli acquisti".Confcommercio: famiglie prudenti mantengono vitalità consumi - "La domanda delle famiglie continua a muoversi con
molta prudenza, senza assumere, tuttavia,
inclinazioni recessive. Infatti, nei primi dieci mesi del 2019 l'indice delle vendite cresce a volume dello 0,7%, evento che, in un contesto di completa stagnazione,
costituisce un risultato davvero apprezzabile". Questo il commento dell'ufficio studi Confcommercio. "Le
fragilità dentro il mondo dei
consumi - prosegue la nota - sono rivelate, piuttosto, dalle differenti dinamiche che contraddistinguono formule e formati. All'ottimo andamento del
commercio elettronico fanno da contrappunto le deludenti performance della
sede fissa, all'interno della quale i
negozi di prossimità sono palesemente in
crisi mentre i
discount crescono a buon ritmo".Confesercenti, Italia maglia nera in Europa - "Dopo dodici anni, la
crisi dei consumi non è ancora
stata archiviata: le famiglie italiane spendono oggi
17 miliardi di euro in meno rispetto al 2007. E nel 2019 la spesa ha rallentato di nuovo: nei primi sei mesi dell'anno è diminuita di 43 milioni di euro, e l'anno si chiuderà con una dinamica più bassa di mezzo punto rispetto agli altri grandi paesi europei. Questi i dati diffusi da
Confesercenti in occasione della
Convention 2019 organizzata dall'associazione di piccole e medie imprese a Venezia.
A non aver recuperato sono soprattutto le
spese per i trasporti (-12% rispetto al 2007), quelle per
cibi e bevande (-6%) e per la
moda (-4%).
Profondo rosso per l'abbigliamento: la spesa delle famiglie per il vestiario è quella che è stata tagliata per prima, per un totale di oltre 2 miliardi di euro di spesa in meno. Crescono solo: le spese in telefonia, audio, video foto (più che raddoppiate a prezzi costanti), per la sanita' (+3%), per vacanze, pasti fuori casa (+9%) e consumi digitali.
Nessun altro grande paese dell'Unione europea, prosegue Confesercenti, è in queste condizioni. Da quando è scoppiata la crisi,
l'Italia ha perso, ogni anno,
16 miliardi di consumi nei confronti della
Germania, 9 rispetto a
Francia, Olanda e Portogallo, 2 miliardi relativamente alla
Spagna.(Foto: by Artem Bali on Unsplash)