La crisi finanziaria innescata dai
mutui subprime, a dispetto delle molte professioni di ottimismo elargite a piene mani fino a qualche mese fa, perdura in tutta la sua virulenza e fa sentire i suoi morsi sull'economia reale.
I dati provenienti dagli Stati Uniti sono contraddittori ed a seconda delle letture preconizzano
recessione, stagflazione od altro ancora: siamo in realtà di fronte ad una situazione nuova, una miscellanea di elementi differenti a loro volta interagenti, di improbabile assimilazione rispetto ad eventi passati (qualcuno l'ha definita un
puzzle), della quale non si riesce a capire lo sviluppo e la possibile conclusione.
E' però molto probabile che quest'anno e l'anno prossimo saranno caratterizzati da
elevata instabilità economica, altre crisi di istituzioni finanziarie e bassa crescita globale.
In questo panorama non incoraggiante l'Italia rischia di essere il fanalino di coda delle Economie occidentali, con una generale
previsione di incremento del PIL dello 0,4-0,5% quest'anno e di poco superiore l'anno venturo.
Con tutti i limiti imposti dalla nostra pesante situazione del debito pubblico e con i
vincoli UE in tema di rapporto deficit/PIL, una manovra economica in una prospettiva di scarsissima crescita deve avere come obiettivo principale il sostegno della domanda, quindi dei redditi da lavoro e degli investimenti, pena il progressivo ulteriore impoverimento di un gran numero di nuclei familiari ed un declino dell'intero sistema economico.
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