Scostamenti nella cadenza dei fatti ripetitivi sono accettati con uno stato d'animo di consapevole certezza del loro ri-verificarsi e come conoscenza del futuro. La ricorrenza degli eventi ci ha costruito un'armatura mentale confortante, una tranquillità desiderata e cercata, anche a costo di forzare la logica.
"Lo seppero gli ardui alunni di
Pitagora: uomini ed astri tornano in cicli successivi... Ritornerà ogni notte insonne... Torna la notte concava che decifrò
Anassagora... l'eternità costante" (J. L. Borges).
E quindi sortisce in noi la conclusione che
il passato è anche il presente che rappresenta il futuro. O che vorremmo, e che ci illudiamo fosse così.
Il
fascino delle frequenze ricorrenti incide in noi e ci porta a dare preferenza alle "distribuzioni omogenee" nel tempo dei risultati degli investimenti e ad avere "avversione alla concentrazione" dei risultati in ridotti periodi di tempo e, addirittura, a
preferire risultati economici anche se inferiori, ma meglio distribuiti e non addensati su pochi periodi o anni.
Ma "
l'uomo non è razionale ma nemmeno capriccioso" ed i suoi criteri di scelta "non sono né riconducibili alle norme razionali né indipendenti dalle stesse" (Daniel Kahneman).
"