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Dalla mano invisibile alla mano pubblica

Quello che più spaventa è la combinazione fra crisi finanziaria e recessione in atto o in fieri.

Se le banche si guardano reciprocamente con diffidenza temendo altre insolvenze prossime venture e non si prestano denari fra loro, è pensabile che concedano finanziamenti al piccolo imprenditore o alla famiglia del sig. Rossi?
E se alle imprese e alle famiglie viene negato il credito o viene ridotto in misura consistente, quale sarà l'impatto sull'economia reale?
Ed ancora, tutti i Governi si affannano ad alzare le garanzie sui depositi bancari per rassicurare i risparmiatori; ma quanta parte della ricchezza mobiliare è allocata sui conti correnti e sui libretti di deposito?

Diminuzione drastica della ricchezza finanziaria è sinonimo di impoverimento, incertezza sul futuro e quindi minore propensione alla spesa. Chi nega che si sia in recessione mente sapendo di mentire e, nei limiti imposti dalla attuale situazione, dovrebbe piuttosto attivare tutti quegli strumenti di politica fiscale atti a sostenere i redditi medio-bassi, i più colpiti dalla crisi in atto.
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