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Buon Anno e Buona Fortuna

Tutti i commentatori hanno sottolineato come, a questo punto, sia indispensabile una nuova legge sul diritto di rappresentanza dei lavoratori, senza la quale i contratti appena sottoscritti contengono un vulnus non rimarginabile. Giustissimo, ma a nostro avviso la domanda a cui va data risposta è se sia accettabile o anche semplicemente concepibile che nella più grande industria manifatturiera italiana sia forzosamente escluso il sindacato di categoria più grande, quello che singolarmente conta il maggior numero di aderenti. Non riteniamo che questa messa all'indice contribuirà a rasserenare i rapporti in fabbrica, a meno che l'intento non sia proprio quello di dimostrare che, rebus sic stantibus, le aziende italiane sono realtà di difficile se non impossibile gestione, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Staremo a vedere e forse non dovremo aspettare molto. Il 2010 sta per finire e riteniamo che in pochi lo ricorderanno come un anno memorabile. Sicuramente non i disoccupati, i cassintegrati ed i giovani in cerca di prima occupazione, ma probabilmente neanche chi un lavoro lo conserva ha particolari motivi per essere soddisfatto. Le associazioni dei consumatori e dei commercianti hanno annunciato che le spese natalizie saranno più magre di un 10% circa rispetto al già deficitario 2009 e le previsioni per il prossimo anno attestano che è in arrivo una corposa raffica di aumenti la cui sommatoria dovrebbe depauperare i bilanci familiari di oltre mille euro.

Non si può dire che sia andata meglio per coloro che nonostante la crisi qualche risparmio sono riusciti a metterlo da parte. Piazza Affari si avvia a chiudere con un ribasso superiore al 12%, ma a segnare il differente stato di salute della nostra economia rispetto alle altre è il gap di rendimento relativo, con all'apice un +18% a favore della Germania.

Aspettative per il prossimo anno, facendo astrazione da quanto dicono gli ottimisti di facciata e i pessimisti di professione? Si intravvedono in alcune aree del paese modesti sintomi di ripresa dell'attività economica, ma al momento l'unico sostegno alla crescita arriva dalle esportazioni, a loro volta in diretta connessione con l'andamento dell'euro e con il mantenimento della congiuntura positiva dei nostri maggiori partner commerciali. Il contributo dei consumi è inesistente e tale rimarrà in costanza di questo tasso di disoccupazione ed il sostegno alla domanda complessiva derivante dalle opere pubbliche è fantomatico quanto il loro stato di avanzamento.

Alcuni studi di questi giorni sull'attuazione del federalismo fiscale ipotizzano un calo delle risorse disponibili per molti comuni, soprattutto del centro-sud, ma anche qualcuno del nord subirà tagli di non poco conto. Ciò significa in prima battuta meno servizi per i cittadini e quindi minore reddito spendibile per le famiglie; ma significa anche che le divisioni, sociali, economiche e generazionali, fra il nord, il centro ed il sud del Paese tenderanno ad aumentare, con buona pace per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Nel passato, anche in situazioni più difficili, abbiamo trovato la forza, le energie e le motivazioni per superare le difficoltà.

Capiremo in fretta se il 2011 sarà l'inizio della ripresa o la prosecuzione di un futuro senza slancio e prospettive. Buon Anno e Buona Fortuna!
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