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Il fantasma della dignità

Che dire poi dell'aumento del costo del deposito titoli, fisso nel suo ammontare e quindi oggettivamente regressivo nel suo effetto a danno soprattutto dei piccoli risparmiatori? Noi riteniamo che si debba intervenire sia sulla equiparazione della tassazione delle rendite finanziarie che sui patrimoni, con risultati finali di gettito ben superiori ai 3-4 miliardi a regime preventivati dalla Manovra; ma il peso deve ricadere in primis sui detentori di capitali medio - grandi.

I contrari al solito agitano la minaccia di una massiccia ripresa dell'esportazione illegale di danaro verso l'estero, quasi come se i vari condoni e scudi dell'ultimo decennio avessero eliminato il fenomeno. Costoro forse ritengono che il problema sia quello dell'inefficienza e inefficacia dei controlli, incapaci di porre un argine al deflusso illecito di ricchezza, ovvero ritengono che alle situazioni di crisi ed emergenza economica debbano rispondere sempre i soliti noti.

In ogni caso, e ferma restando la necessità di tagli mirati e selettivi di spesa di tipo strutturale, preso atto che una buona parte della valenza della Finanziaria si poggia sul lato delle entrate, non pare allo stato sussistano proposte alternative di pari consistenza in termini quantitativi. Capitolo identificativo ed emblematico quant'altri mai è quello relativo all'abbattimento dei costi della politica, che nelle intenzioni doveva essere uno dei capisaldi della Manovra, se non altro dal punto di vista simbolico. La Casta si arrocca e si difende e nel breve volgere di un giro di valzer toglie dagli argomenti sul tavolo l'abolizione dei privilegi, la riduzione del numero di chi ne usa ed abusa, una qualsiasi decisione non di pura facciata sui famigerati "costi della politica".

Riduzione dei parlamentari? prossima legislatura!
Abolizione di province o altri enti spesso pletorici e quasi sempre costosi? si aspettano proposte organiche, ma intanto tutto rimane fermo.
Le auto blu? Si fa fatica a venderle, meglio ridurne l'utilizzo (ma costano anche da ferme).
Privilegi maturati anche in presenza di pochi mesi di legislatura? sono gli unici diritti pregressi intangibili! Probabilmente abbiamo il rapporto parlamentare/popolazione più alto al mondo, forse proprio perché ci aspettiamo dai nostri eletti non solo decisioni politiche e comportamenti etici, ma anche qualche baruffa padana o sceneggiata campana, alla fine composte e affratellate dai sapori della cucina romana. Finché dura...

Ogni tanto arriva un segnale esterno che a questi attor giovani o, più spesso, mediocri mestieranti del palcoscenico politico vorrebbe ricordare che la ricreazione è finita, che l'ora dell'assunzione di responsabilità è arrivata. Quando sono evocati i segnali si chiamano Mercati, chissà perché quando sono temuti diventano Speculazione; il supremo regolatore dei sistemi economici ed il suo guastatore. Ed allora i più ardimentosi, alterati e paonazzi tuonano contro il nemico alle porte, che con subdola ferocia vuole privare il popolo dei suoi beni.

Tutti uniti contro il nemico, facciamo fronte comune. Dimentichiamo divisioni, programmi diversi, idee incompatibili, visioni opposte della società e del suo divenire, differenti rappresentanze, conflitti e soprusi, leggi violate, derise o piegate ai propri interessi. Oscuriamo l'assenza di ogni seria e credibile politica di sviluppo, se si eccettua qualche obolo sparso in modo confuso ed inorganico qua e là. Tutto ciò non conta più, in nome dell'interesse comune. Bene, ma in modo quasi automatico fanno capolino 2 domande: se l'interesse è comune faranno in proporzione tutti gli stessi sacrifici? E se sconfiggiamo il terribile nemico, avremo in proporzione tutti gli stessi benefici?

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