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Un lampo di colore

Oggi più che mai l'idea del baratto torna ad essere attuale. Prima di tutto per la crisi

Oggi più che mai l'idea del baratto torna ad essere attuale. Prima di tutto per la crisi e i danni provocati dalla finanza esasperata degli ultimi anni, ma poi anche per aiutare l'economia reale a non finire in stand by.

Ma il baratto può essere la risposta alla crisi economica galoppante che ha contagiato una ad una le principali potenze? Ovvio che no, almeno per ora, ma le iniziative che si stanno aggregando intorno al baratto non sono solo la spia del progressivo impoverimento o della corsa al risparmio, sono anche il segnale di un rifiuto etico del consumismo e del concetto che debba essere per forza l'economia a regolare e sorreggere le relazioni umane.

Ricorrere al baratto potrebbe anche sembrare uno provocazione, ma non lo è. E' più un salto in avanti, una speranza, visto che 7 italiani su 10, secondo un'indagine Istat, sono costretti a tagliare il proprio budget sugli acquisti di prodotti alimentari di qualità e, più in generale, a rivedere il proprio stile di vita.

Pensiamoci bene. Il problema di fondo è che per decenni abbiamo vissuto al di sopra di ogni più ragionevole disponibilità e previsione. La tecnologia ha rivoluzionato tutto, pensiero compreso. E' entrata nelle pieghe della nostra vita in modo transdermico, indolore, sublimando la stessa ragion d'essere della nostra esistenza. Tutto è divenuto un irrinunciabile optional antropologico, ma più avanti di così non si va, siamo cresciuti troppo e l'asino non beve più.

Sarà la crisi che morde, certo è che accanto all'economia "ufficiale", l'economia del baratto sta acquisendo sempre più credibilità; si riscoprono le antiche risorse delle economie precapitalistiche, ma in una forma più adeguata alle reali esigenze dei nostri tempi. Un baratto evoluto. Lo scambio di beni e servizi, senza l'uso della moneta, ha trovato un proprio habitat e nuove potenzialità all'interno della rete. Proprio così! La rete che dà modo di espandere quote di mercato senza negarne la funzione.

Anche il nome è più moderno: "swap". Tutto è "swap" . Un libro per un cd, una collana per un bracciale e un paio di orecchini, ma non solo; anche verdura, frutta del proprio orto e prodotti alimentari, a costo zero. C'è perfino chi si scambia la casa con l'"house swapping”, permettendo di andare in vacanza a costo quasi nullo, barattando biglietti aerei o lavori di restauro con la casa vacanze. Si può anche barattare un soggiorno gratuito in cambio di un altro.

L'idea rinnovata di baratto è semplicemente quella di accompagnare la decrescita; cioè rallentare lo sviluppo per meglio distribuire le risorse mondiali. Non è una teoria marxista e nemmeno di sinistra, è una semplice riflessione sui temi che regolano l'economia che non deve scandalizzare nessuno.

E se "valere un fico secco" non fosse più un pittoresco modo di dire? E se invece significasse il valore reale di una cosa, aldilà della spicciola valutazione in denaro? In realtà non c'è niente di nuovo, ma un ritorno al caro e vecchio baratto, come alternativa in un momento in cui la nostra economia è zoppicante e i problemi di liquidità sono la norma, potrebbe significare che nella triste e fumosa era della nostra economia, la fantasia sta conquistando il potere. Un lampo di colore.

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