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Carte italiane e tavoli europei

Sognare un grande Centro o scommettere sul nuovo bipolarismo tra status quo e "qualcos'altro".

Sognare un grande Centro o scommettere sul nuovo bipolarismo tra status quo e "qualcos'altro".
Mentre la ripresa latita nonostante l'ottimismo, tra correzioni fiscali e riduzione del credito, le forze politiche italiane si dividono al loro interno, superando lo schema destra-sinistra. Con obiettivi molto diversi.


Siamo arrivati al dunque, non solo in Italia, ma in Europa. Il 2013 doveva essere l'anno di svolta, con il secondo semestre caratterizzato dalla fine della recessione e l'ultimo trimestre finalmente in ripresa: non abbastanza da compensare il trascinamento negativo con cui si era aperto l'anno, ma abbastanza chiaro da far capire che la tempesta era finalmente alle spalle, anche se i venti contrari rimangono forti.

Non è stato così: il quadro italiano rimane complessivamente negativo, ed il calo del PIL nel 2013 si fermerà al -1,8%, e non ripeterà il -2,4% del 2012, solo per via del mancato pagamento dell'IMU sulla prima casa: sono all'incirca 4 miliardi di euro, tra prima e seconda rata, 0,3 punti percentuali di un PIL che si sta rannicchiando verso i 1.560 miliardi di euro. Il rimborso straordinario dei 20 miliardi di euro di crediti commerciali alle imprese ed il miglior saldo sull'export hanno colmato la residua differenza. La copertura delle minori entrate per l'IMU, trovata negli anticipi della tassazione del 2014, ha evitato effetti depressivi sull'economia reale: ma è stata una soluzione di cassa, una tantum, irripetibile.

Per questo motivo, le previsioni di crescita per il 2014 sono ballerine: +0,7%, al momento. Ma l'effetto della sostituzione dell'IMU sulla prima casa con un altro prelievo locale, finalizzato alla copertura del costo dei servizi, quale che ne sia la denominazione, riporterà a zero la crescita: a fini cautelativi, non sapendo più quali e quante tasse si dovranno pagare, si ridurrà ulteriormente la propensione al consumo.
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